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“Petali di Marta”: una seconda prova per la scrittrice Cinzia Alibrandi

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alibrandi copertinaCinzia Alibrandi, messinese di nascita e milanese d’adozione, una prima vita d’attrice e una seconda da scrittrice, dopo il felice esordio di Anna e i suoi miracoli (Armando Siciliano Editore), consegna ai lettori la sua seconda prova Petali di Marta — disponibile nelle librerie dal 6 Maggio —, sempre sotto l’egida del grande autore milanese Andrea G. Pinketts. Quattro le sue patrie: Messina la nascita, Roma la recitazione, Milano la scrittura, Aarhus l’approdo.

Il m’ama non mama della vita in Petali di Marta – illuminato titolo dato da Andrea G. Pinketts – sono gli amori sfogliati, odorati, accarezzati, trattenuti, volati. Eppure gli amori, come i petali, volteggiano ballando una breve danza. Allora il tango sensuale si risolve in una stoccata finale dove il meccanismo di liquidazione appare l’unica ancora di salvataggio. Marta è una giovane che alza le pareti della sua vita mattone dopo mattone, e l’amore è un banco di prova dove far diventare adulto il corpo e provata la mente. Manfredi, ingegnere fascinoso, violento e traditore, è l’iniziazione amorosa: altalena di abbracci e spinte, in uno sfibrante ‘odi et amo’. Marco, coraggioso giudice d’assalto in una Roma plumbea di terrorismo, è l’alter ego di Marta, sensibile e premuroso. Sul loro amore si accende un inevitabile semaforo rosso che lo rende proibito: è l’amico di sempre del fidanzato.     

Stefano è il divo, l’attore famoso per cui l’amore equivale a sesso talmente scontato, accessibile e prevedibile, da risultare noioso; Marta è il suo primo difficile no, di una donna che lo ama senza convinzione e interesse, consegnandolo a un’ingestibile, perché mai provata, sofferenza. Gli strappi dei petali staccati, sono ricuciti da un ‘Deus ex machina’, incarnato da un professionale e attento psicologo che durante il lavoro di analisi raccoglie le confessioni della protagonista in un distacco da setting operativo, che evolve in sentita partecipazione.

Ecco i “segnali di vita amorosa sul pianeta Marta”, così definiti da Pinketts nella sua centrata prefazione, dove il segreto semplice ma per questo arduo, è amare se stessi e sposare la vita, prima di cimentarsi nel rendez-vous con l’altro da sé.

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