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Messina al “Celeste”, il dg Manfredi: “Presenteremo il progetto tra pochi giorni”

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Il progetto per la riqualificazione dello stadio “Celeste” è pronto ed entro pochi giorni sarà presentato all’attenzione dell’amministrazione comunale. L’Acr Messina fa sul serio ed è pronto a passare dalle parole ai fatti, avendo già messo nel mirino l’obiettivo di far giocare le partite casalinghe dei giallorossi nello storico impianto di via Oreto.

Un obiettivo che il direttore generale della società, Lello Manfredi, ha fissato il 16 marzo scorso durante la seduta della commissione Sport e Cultura.

Dopo quaranta giorni, però, sono stati fatti dei sostanziali passi in avanti, su tutti il benestare arrivato da Firenze da parte della Lega Pro, che ha accolto positivamente la richiesta della società guidata da Franco Proto,di ritornare in quell’impianto abbandonato nel giugno del 2004.

Adesso, tocca però alla politica dire la sua, valutare il progetto ed eventuali correttivi, perché serve il via libera dell’amministrazione e del Consiglio comunale, visto che la concessione per la gestione dello stadio sarebbe pluriennale. L’assessore allo Sport, Sebastiano Pino, e il presidente dell’VIII commissione consiliare, Piero Adamo, hanno lanciato messaggi incoraggianti, legando però ogni valutazione definitiva al contenuto delle carte.

Occorre dare un deciso colpo di acceleratore, perché i lavori da fare non mancano e il tempo a disposizione non è tanto e si dovrà galoppare affinchè tutto sia pronto per l’inizio del prossimo campionato.  Lo stesso Manfredi annuncia novità in tempi brevi: “Il progetto è quasi pronto, dovrebbe essere presentato al Comune già questa settimana o al massimo tra qualche giorno”.

La società punta a trasformare il “Celeste” in un impianto che sia in grado di offrire anche dei servizi ai tifosi che vengono ad assistere alle partite: “Il costo complessivo è di circa un milione di euro, un progetto di riqualificazione dello stadio che deve tornare ad essere vissuto in un certo modo, dopo tanti anni di abbandono. Vogliamo creare dei servizi verso gli spettatori, mi riferisco, ad esempio, alla ristorazione e al merchandising. Abbiamo intenzione di creare anche degli sky box dedicati agli  ospiti, quindi non sarà solo una riqualificazione dello stadio, ma anche un ammodernamento. Per noi questo è un investimento economico, crediamo che il ritorno al “Celeste” possa portare quell’attivo di bilancio che attualmente non c’è”.

Manfredi spiega come saranno affrontati i costi: “Ci sono dei partner, in modo particolare un’ azienda, che ha deciso di investire in questo progetto, una realtà imprenditoriale a noi molto vicina e che crede molto nel rilancio del calcio a Messina. La capienza? Noi puntiamo ad arrivare ad 11mila spettatori. Per noi sarebbe più semplice fermarci a 7mila e 500 così eviteremmo l’installazione degli impianti di videosorveglianza e dei tornelli, ma non è certo questo il nostro obiettivo, vogliamo farci trovare pronti dagli organi di vigilanza e controllo”.

Manfredi si concentra anche sul futuro del “Franco Scoglio”, che rischia di trasformarsi in una cattedrale nel deserto: “Diventerà la casa del Messina, ci dormiranno i giocatori, si svolgeranno le sedute di allenamento e tutte le riunioni tattiche. Non verrà abbandonato”.

Ogni progetto futuro passa dai risultati sportivi, il successo di Lecce ha allontanato lo spettro dei playout, ma a questo punto diventa cruciale la sfida di sabato con il Cosenza.

Proprio per questo, Manfredi chiama a raccolta i tifosi: “Sono certo che la città risponderà ‘presente’,  e avremo una cornice di pubblico degna. La gara con il Cosenza è forse la più importante della storia recente del calcio messinese, ogni nostro progetto non può che passare dalla salvezza che speriamo di mettere in cassaforte domenica. La città deve dimostrare affetto verso la propria maglia,  questa partita vale il futuro di questa società. Noi, già dalla prossima stagione vorremmo essere protagonisti, ma ogni nostra idea non vale nulla se prima non conquistiamo la permanenza in Lega Pro”.

Antonio Macauda

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