Oltre trecento artisti messinesi, raggruppati in un movimento apolitico, chiedono al Consiglio comunale di approvare la delibera per l’uso condiviso dei beni comuni. Una volontà di recuperare spazi abbandonati per rendere più viva la città dal punto di vista culturale, anticipata questa mattina nel corso di una conferenza stampa.
All’incontro con i giornalisti, hanno partecipato il portavoce Roberto Bonaventura, il giornalista Luciano Fiorino e gli artisti Cristiana Minasi e Mauro Failla. “Parteciperemo alla seduta di Consiglio in cui verrà discusso il Regolamento – spiegano – chiediamo ad ogni singolo consigliere di approvare la delibera che potrebbe aprire un nuovo futuro per il comparto artistico cittadino. Finora siamo andati avanti con iniziative personali, ma è opportuno fare rete all’interno di un percorso condiviso. Va restituita l’identità alla città i cui talenti spesso ricevono maggiori consensi in altre parti d’Italia”.
Di seguito la lettera che gli artisti leggeranno ai consiglieri:
Gentile Presidente e Consiglieri tutti, questo intervento giunge in rappresentanza della maggioranza degli Artisti che operano e vivono nella città di Messina.
Come Artisti e come Cittadini riteniamo che l’approvazione del regolamento per l’uso condiviso dei beni comuni sia un importante momento storico, di cui voi Consiglieri siete protagonisti. L’uso regolato dello spazio urbano (beni abbandonati, spazi verdi, piazze, fontane, spazi periferici o centrali sottoutilizzati) può davvero cambiare il volto di Messina, culturalmente, socialmente ed economicamente.
Chiediamo a tutti voi di votare con grande senso di responsabilità e con la coscienza di coloro che scrivono la storia e non la subiscono. Da anni, molti di noi chiedono la possibilità di utilizzare spazi urbani comunali in disuso, di poter prendersene cura, in uno scambio che porta vantaggi per tutti: per l’Amministrazione, per l’Artista e soprattutto per la comunità. Il mondo artistico-culturale messinese ha oggi il sacrosanto diritto di agire in luoghi in cui coltivare la Bellezza e il Futuro. Così come, dopo l’era dei latifondi, i contadini avevano diritto alla terra che coltivavano. Senza spazi coordinati in un progetto di politica culturale serio e concreto, non c’è reale opportunità di crescita. Negli ultimi vent’anni abbiamo assistito a quel processo di desertificazione che ha portato alla chiusura del cinema Metropol, del Garden, del Golden, dell’Odeon, dell’Olimpia e della storica Saletta Milani. Abbiamo assistito alla rapida conversione di molti spazi destinati alla cultura in supermercati, pub e discoteche. Il Teatro San Carlino, il Romolo Valli, il Teatro Libero e non ultimo il Teatro in Fiera non esistono più. La sensazione, come Artisti, è che il nostro settore sia stato abbandonato a se stesso. Lo si evince con chiarezza nei sempre più irrisori fondi destinati agli investimenti culturali nei capitoli dedicati nei bilanci del Comune e della Provincia di Messina prima, della Città Metropolitana adesso. Come se non bastasse, si è deciso di lasciare che il giardino si curi da sé, senza giardiniere e soprattutto senza regole. Come una nave senza timoniere. Come un Assessorato senza un Assessore. Ed ecco il fiorire di iniziative singole, anche serie ma che non hanno organicità, che mancano di disegno, di visione, che rispondano a una seria progettazione.
Da cittadini prima ancora che artisti, noi sappiamo che questo non è più il tempo di grandi fondi pubblici o di inutili contributi a pioggia e non è questo che chiediamo. Sappiamo però che attraverso l’approvazione di questo strumento regolamentare e di tutti gli atti che ne seguiranno, la Cultura, grazie a un’organica progettazione a costo zero per il Comune, diventerebbe lungimirante speranza per il futuro. Se non si scommette sulla cultura, la città perderà anche il treno di questo settore essenziale per lo sviluppo economico e sociale, in particolare nel meridione e, contestualmente, dirà addio al proprio futuro. Noi, come già detto, parliamo da artisti e cittadini, senza appartenenze politiche organiche e vi chiediamo di pensarci bene, prima di far perdere a noi, a voi e alla Città intera questa opportunità. Anzi, diventatene tutti promotori, entrando nel merito delle questioni che il regolamento pone.
Il Teatro, le Arti visive, la Musica non sono mai fini a se stesse, sono tutte possibilità di espressione, di socialità e di condivisione, di crescita del senso civico e di identità; non riguardano mai soltanto chi le esercita da professionista ma impongono uno scambio con gli altri, con tutti gli altri, che a loro volta possono diventarne protagonisti: per una sera, per un anno o per una vita, dipenderà dalle scelte individuali. Noi continueremo a gettare il seme della crescita con il medesimo entusiasmo. Voi potreste essere determinanti nell’aiutarci a farlo nel migliore dei modi.
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