Il Tar di Catania ha accolto il ricorso avanzato dall’avvocato Santi Delia per conto dell’associazione Gea Universitas e quindi adesso tutti i consiglieri eletti, dopo le elezioni di fine novembre scorso, potranno essere regolarmente proclamati. E’ l’ennesima vittoria per l’associazione, che in un primo momento si era vista escludere dalla corsa elettorale del 22 e 23 novembre ma il Tar di Catania ne aveva ordinato la riammissione.
Le elezioni, dunque, sono state svolte regolarmente e il risultato elettorale premiò Gea che ottenne oltre 600 voti e 15 consiglieri nei dipartimenti (Giurisprudenza, Scienze Biologiche, Ingegneria, Scienze della Formazione) oltre al proprio candidato in Senato accademico in seno alla lista federata Orum. Nonostante il risultato elettorale avesse rispecchiato la volontà degli studenti l’Ateneo, dopo oltre due mesi dalle elezioni, non ha ancora proclamato gli eletti in attesa del verdetto del Tar di Catania.
Tale scelta, contestata da molti degli eletti soprattutto agli organi superiori, dove non vi era un diretto coinvolgimento di liste escluse, venne difesa dall’Ateneo soprattutto dopo che, lo stesso Tar Catania, dopo aver ammesso anche altre liste, all’udienza del 15 dicembre, rigettò il ricorso da queste ultime presentato dichiarando la legittimità della scelta dell’Ateneo che le aveva escluse.
Secondo il Tar “il fatto che il Sindaco autenticante abbia lasciato, in calce al “precompilato” modulo di autenticazione, l’indicazione “Messina”, appare più frutto di errore materiale, probabilmente legato alla disposizione dell’Università, a sua volta fondata sulla erronea supposizione che l’autenticazione delle firme sarebbe certamente avvenuta a Messina, secondo cui il modulo non andava modificato; sul contestato modulo il Sindaco di Brolo ha apposto il timbro del Comune, e tale circostanza rende del tutto verosimile che l’autenticazione sia avvenuta a Brolo; il Sindaco stesso ha rilasciato, nella qualità, apposita dichiarazione confermante tale circostanza”.
“Con il ricorso – racconta Ivan Cutè, fondatore di Gea – siamo riusciti a dimostrare che tutto ciò era fuori luogo, in quanto l’amministrazione universitaria e la commissione elettorale d’ateneo non hanno tenuto conto dell’atto di ricognizione, col quale si attestava e certificava l’avvenuta autentica nel proprio municipio di competenza, del Pubblico Ufficiale che aveva autenticato le 29 firme”.
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