Dopo un lunghissimo tira e molla la scuola “Giacomo Leopardi” ha riaperto i battenti la settimana scorsa, grazie all’ordinanza sindacale firmata da Renato Accorinti supportata dallo studio dell’entourage del professore Ivo Caliò. Nella relazione tecnica, il gruppo di lavoro del docente dell’Università di Catania ha specificato come tre dei quattro plessi che compongono la scuola di Minissale non siano a rischio sismico, smentendo il parere dell’ispettorato del Lavoro che invece aveva messo i sigilli alla scuola il 22 novembre scorso.
I lavori di messa in sicurezza della struttura, la cui fine sono previsti per maggio 2018, devono essere fatti e la presidente del consiglio comunale, Emilia Barrile, chiede all’amministrazione quali siano i provvedimenti fatti sin qui per salvaguardare l’incolumità degli alunni. Nella sua nota inviata alla giunta, la Barrile “desidera comprendere il motivo per il quale non siano state date disposizioni di riapertura della Scuola stante la relazione tecnica dell’Ingegnere Capo del Genio Civile Ing, Leonardo Santoro che, avendo compiutamente relazionato sull’idoneità parziale del plesso scolastico, ha di fatto anticipato le conclusioni dell’Esperto chiamato dall’Amministrazione. Relazione consegnata personalmente da questa Presidenza già in data cinque gennaio”.
La Barrile “chiede, altresì, stante la corretta richiesta del Dirigente Politiche Educative di individuazione di idonei locali atti al trasferimento della popolazione scolastica (a seguito di nota del 7/10/2016 del Dip. Manutenzione Immobili Comunali che comunicava l’inizio dei lavori della Scuola Leopardi previsti per 2/01 c.a.), la motivazione per la quale non sia stata ancora reperita tale sede”.
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