Un ente considerato fantasma, quello della Fiera di Messina, riguardo alla situazione pendente per i dieci lavoratori dipendenti che, ormai da anni, si trovano in liquidazione e senza alcuna retribuzione. Pertanto, la Filcams CGIL e i lavoratori denunciano attraverso una lettera aperta al Governatore della Sicilia, Crocetta, ed all’Assessore Lo Bello, la loro condizione di precarietà. Invitano inoltre il Sindaco Accorinti e il consiglio comunale ad attivarsi, affinchè possano essere ascoltati. Di seguito la lettera dei dipendenti:
” Vogliamo mettere in evidenza come ancora oggi non si è risolta la vertenza dei dieci lavoratori dipendenti dell’Ente Fiera di Messina, un Ente fantasma attualmente in liquidazione, senza retribuzione da 54 mesi. Lavoratori che in questi mesi si sono visti revocare i mutui ed i fidi, che sono stati sfrattati perché in affitto e che si vedono rincorrere dai creditori. Problemi che sicuramente, caro Governatore Crocetta e cara Assessore Lo Bello, non potete capire, dato che i vostri stipendi vengono regolarmente canalizzati sui vostri conti correnti mensilmente. In merito alla vertenza, nel corso degli anni, si sono susseguiti diversi incontri con le Istituzioni locali e regionali fino ad arrivare alla conferenza dei servizi del 9 marzo scorso, giorno nella quale si era intrapreso un percorso di stabilizzazione attraverso l’avvio di una procedura di mobilità infradipartimentale. Percorso successivamente ripreso, attraverso relativo comunicato stampa del 23 marzo scorso, da parte dell’Assessore Lo Bello. Questa vertenza ormai ha caratteri paradossali, in quanto alle decine di promesse fatte da più parti non vi sono stati atti concreti che hanno portato alla sua definitiva conclusione. Impropriamente sospesi e reintegrati dal Tribunale del Lavoro in un Ente fantasma in liquidazione, senza retribuzione da anni, continuano a dare giornalmente la loro disponibilità all’attività lavorativa che viene puntualmente registrata presso la Direzione Territoriale del Lavoro di Messina. Nel 2013 viene presentato un disegno di legge per il nostro passaggio alla RESAIS, così come si era già verificato per i colleghi della Fiera del Mediterraneo di Palermo nel 2012. Con il risultato che ad oggi il disegno di legge rimane nei meandri di qualche Commissione Parlamentare affossato come bene sanno fare i nostri politici quando non hanno alcun interesse. Alla luce di quanto sopra non ci spieghiamo con quali criteri si decide alla Regione quali lavoratori salvare e quali condannare a una vita di stenti. Vorremmo capire se lavoratori nella medesima condizione vengono tutelati in funzione del fatto che sono un cospicuo numero, quindi un discreto bacino di voti, o se vengono tenuti in considerazione in funzione del fatto che sono nati a Palermo piuttosto che a Messina o a Canicattì? E’ veramente triste constatare che nessuno ha voluto portare avanti questa vertenza, nonostante la palese ingiustizia subita risulta sotto gli occhi di tutti. Ci si sente disarmati e impotenti davanti a politici ignavi che non ritengono di doversi attivare, senza altri fini, ma solo ed esclusivamente per una questione di giustizia sociale. Non ci resta che denunciare, come Filcams CGIL e da parte dei lavoratori, la nostra condizione di precarietà oltremodo vessata dalla mala politica e dal Presidente Crocetta che immotivatamente ci ha fatti diventare il capro espiatorio per colpe che neanche conosciamo. Crediamo che prima che qualche lavoratore compia gesti inconsulti, condizione molto probabile dato lo stato dell’arte, le istituzioni debbano intervenire. Con la presente lettera aperta invitiamo la deputazione regionale messinese, il sindaco di Messina ed il consiglio comunale tutto ad attivarsi affinché le nostre istanze non restino vane ed affinché il nostro grido di dolore possa essere ascoltato da qualcuno”.
(151)
Ma dopo 54 mesi sperate ancora che i politici possano interessarsi alla vostra condizione economica? Meglio che prendiate in considerazione la ricerca di altro posto di lavoro perchè il vostro appello non interessa la classe politica che purtroppo abbiamo sia a Messina che a Palermo.