I consiglieri Udc della terza Circoscrizione Libero Gioveni e Alessandro Cacciotto hanno tenuto stamane, nell’aula consiliare di Camaro della terza Circoscrizione, una “tavola rotonda” dal titolo “Ex Poveriera di Camaro-Bisconte: retroscena e proposte”alla quale sono stati invitati a partecipare anche alcuni residenti della zona che da anni chiedono il recupero di questa storica struttura militare ottocentesca, oggi abbandonata al degrado. Nel corso della conferenza sono stati illustrati alcuni cenni storici contenuti in un documento offerto dal Professor Enzo Caruso (direttore del Parco-Museo di Forte Cavalli), le foto attuali che mostrano i segni dell’incuria e dell’abbandono della struttura e anche alcuni documenti ufficiali del passato recuperati dai due consiglieri alla Soprintendenza dei Beni Culturali, che hanno svelato ― dicono Cacciotto e Gioveni ― alcuni fondamentali passaggi amministrativi di cui finora si era saputo poco o nulla. Il documento più importante, dove viene anche chiarito che la proprietà dell’immobile è del Demanio dello Stato, è rappresentato senz’altro dalla Declaratoria sancita dalla Regione Siciliana il 3 marzo 1990 con la quale ufficialmente si dichiara l’ex Polveriera un bene di “particolare interesse storico, artistico e architettonico”. «Da un documento datato 8 febbraio 1992 della ex “Intendenza di Finanza” di Messina ― spiegano Cacciotto e Gioveni ― viene fuori un fatto per certi versi sconvolgente: l’ex Polveriera è stata data in concessione a titolo oneroso al Comune di Messina dal 1 gennaio 1981 al 31 dicembre 1986 che la chiese per fini istituzionali (con destinazione esclusiva a servizi sociali e per il tempo libero). Salta certamente all’occhio il fatto che Palazzo Zanca per almeno 6 anni abbia presumibilmente e inutilmente pagato un canone, che non si è riusciti a quantificare, per poi non fare alcun uso dell’immobile». «Si consideri inoltre ― proseguono i due consiglieri ― che il Comune aveva anche l’obbligo, nel rispetto della Declaratoria della Regione che lo ha dichiarato appunto “bene di particolare interesse storico, artistico e architettonico” di preservare l’immobile con apposita recinzione e opportuna vigilanza, che di fatto non c’è mai stata». Degli anni Novanta, poi, un atto del Genio Civile che intima a tutti i soggetti preposti a porre in essere i necessari provvedimenti di salvaguardia e recupero della struttura che rappresenta un potenziale pericolo per le instabili condizioni strutturali. Alla luce di ciò i consiglieri Libero Gioveni e Alessandro Cacciotto avanzano le seguenti proposte: chiedere al Commissario Straordinario Luigi Croce e al Comandante della Polizia Municipale Calogero Ferlisi di provvedere urgentemente alla bonifica delle parti facilmente accessibili e all’immediata recinzione e messa in sicurezza dell’immobile, nonché ad un costante servizio di vigilanza, preservandolo così da ignobili atti di deturpazione e sfregio da parte di terzi; indirizzare all’Assessore regionale ai Beni culturali e ambientali Antonino Zichichi e al Presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone un documento, supportato da una petizione popolare con il quale chiedere espressamente alla Regione Siciliana di acquisire definitivamente il bene dal Demanio dello Stato ponendo in essere tutte le procedure tecniche, amministrative e normative possibili per il recupero e la valorizzazione dell’immobile, destinando lo stesso per quelle finalità culturali e sociali da tutti auspicati (biblioteca, polo per scolaresche, museo ecc.) da perseguire direttamente attraverso il coinvolgimento di associazioni o enti di promozione sociale e culturale.
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