Erano 155, stamattina, a sedere nell’aula del padiglione F del Policlinico, per sostenere gli esami di abilitazione alla professione medica. 145 che sono rimasti booccati in aula, senza potere svolgere la prova. Un esame programmato per oggi in tutta Italia, A Messina è ‘saltato’, causa insufficienza numerica dei plichi da distrinuire ai candidati.
Ecco come la spiega l’Università:
“Il numero degli studenti iscritti alla prova (155) era stato comunicato al CINECA, il Consorzio che si occupa della predisposizione delle prove a livello nazionale, lo scorso mese di novembre.
Alle ore 8,30 di oggi, nel momento in cui sono stati consegnati i plichi inviati dallo stesso CINECA, le buste pervenute risultavano 125, in numero quindi inferiore rispetto a quello dei candidati.
Il responsabile della Direzione Amministrativa Servizi Didattici, Ricerca e Alta Formazione, dott. Carmelo Trommino, ha immediatamente allertato il MIUR che, verificato l’errore del CINECA e predisposti i necessari atti, ha rinviato le prove a data da destinarsi.
“Ritengo innanzitutto doveroso – afferma il Rettore, prof. Pietro Navarra – scusarmi con i candidati per quanto accaduto. Il mancato invio di alcune buste contenenti i compiti e la relativa documentazione d’esame, tuttavia, è da attribuire esclusivamente a un errore del CINECA e per questo l’Università si riserva di avviare un’azione risarcitoria. Tra l’altro, almeno in via informale, i funzionari del CINECA hanno già riconosciuto l’errore, imputandolo a un difetto di trascrizione del numero di candidati da noi comunicato nei mesi scorsi.
L’amministrazione ha seguito costantemente l’evolversi di quanto stava accadendo, cercando di alleviare il più possibile il disagio dei candidati e per questo non posso che ringraziare tutto il personale tecnico amministrativo ed i docenti coinvolti nella procedura.
Nel contempo, già stamattina abbiamo sollecitato il MIUR a individuare nel più breve tempo possibile la data del nuovo esame, affinché i candidati dell’Università degli Studi di Messina non vengano ulteriormente penalizzati rispetto ai loro colleghi”.
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