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Gioveni e Cardile: “Il 50% delle scuole è a rischio chiusura”

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La normativa vigente in prevenzione incendi negli edifici scolastici parla chiaro: entro il 31 dicembre ogni istituto scolastico dovrebbe dotarsi obbligatoriamente del CPI (certificato di prevenzione incendi). I consiglieri comunali Libero Gioveni e Claudio Cardile lanciano l’allarme e, alla luce dell’imminente scadenza, chiedono urgentemente la convocazione di una seduta straordinaria della VII^ Commissione Edilizia scolastica, alla presenza del Sindaco, dell’assessore e del Dirigente al ramo, del Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Messina, del Dirigente della Direzione Territoriale del Lavoro (ex Ispettorato provinciale del lavoro) e di un rappresentante della Prefettura, al fine di affrontare tale delicatissima problematica che rischia di far implodere tutto il mondo della scuola.

“Nelle ultime settimane – spiegano i due  consiglieri –  l’ing. Gaetano Sciacca, Dirigente della Direzione Territoriale del Lavoro, ha diffidato tutti i dirigenti scolastici dei plessi di proprietà comunale (scuole materne, elementari e medie) a fornire entro e non oltre il prossimo 31 dicembre il certificato di cui sopra ai sensi della normativa sopra richiamata. Ci preme ricordare che nelle istituzioni scolastiche ed educative statali è il dirigente scolastico che assume la figura di “datore di lavoro”, così come definito dall’art. 2 comma 1 lett. “b” del D.Lgs. 81/2008. Lo stesso dirigente, ogni volta che se ne presenti la necessità, deve richiedere agli enti locali proprietari la realizzazione degli interventi strutturali, impiantistici e di manutenzione necessari, compresi quelli finalizzati all’adeguamento alle norme di prevenzione incendi, il cui completamento andava realizzato entro il 31.12.2009, poi prorogato, appunto, con la Legge n.128/2013″.

“Infatti – precisano Gioveni e Cardile –  secondo l’art. 18 del D.Lgs. 81/2008 Gli obblighi relativi agli interventi strutturali e di manutenzione necessari per assicurare, ai sensi del presente Decreto Legislativo, la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati in uso a pubbliche amministrazioni o a pubblici uffici, ivi comprese le istituzioni scolastiche ed educative, restano a carico dell’amministrazione tenuta, per effetto di norme o convenzioni, alla loro fornitura e manutenzione. In tale caso gli obblighi previsti dal presente Decreto Legislativo, relativamente ai predetti interventi, si intendono assolti, da parte dei dirigenti o funzionari preposti agli uffici interessati, con la richiesta del loro adempimento all’amministrazione competente o al soggetto che ne ha l’obbligo giuridico”.

I Presidi, quindi, assolvono agli obblighi di legge, con la richiesta, agli enti locali, di tutti gli interventi di sicurezza necessari alla messa a norma della struttura scolastica. Lo stesso dirigente deve però assolvere agli obblighi di carattere gestionale di propria competenza previsti dal D.Lgs. 81/2008 e dall’art. 12 del DM 29 agosto 1992, inerente “norme di esercizio”.

E da una breve indagine amministrativa condotta dai due consiglieri negli uffici del competente Dipartimento e da una interlocuzione avuta con l’assessore De Cola, è emerso che le scuole sprovviste del CPI sarebbero circa il 50%, posto tuttavia che sarebbero svincolate dalla normativa in questione tutti i plessi che ospitano fino a 100 alunni.  Lo stesso assessore, pur confermando che diversi progetti di adeguamento per parecchie scuole risultano inseriti nel piano triennale delle opere pubbliche, ci ha rappresentato l’impossibilità, sia economica (occorrerebbero ben 31 milioni di euro!!!) che tecnico-logistica (il personale del Dipartimento è ridotto al lumicino), ad adeguare le scuole interessate entro tale data, per cui necessiterebbe avere una ulteriore speciale proroga di almeno 1 anno o 2 anni per tentare di ottemperare a quanto richiesto ai sensi di legge dall’ing. Sciacca.

“L’assessore De Cola – precisano i due consiglieri –  ci ha comunicato altresì di aver convocato un tavolo tecnico nella giornata del 9 dicembre u.s. invitando tutti i soggetti sopra richiamati, che però è stato puntualmente disertato. Pertanto – conclude la nota – poiché le conseguenze, anche di ordine pubblico, rispetto a questa enorme ed urgente problematica potrebbero comportare persino la chiusura dei plessi o, nella migliore delle ipotesi, l’avvio di doppi turni per ridimensionare in ogni plesso al numero massimo di 100 unità gli alunni presenti, ribadiamo la massima urgenza nel voler dare seguito alla presente”.

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