Un percorso di conoscenza e integrazione dei giovani migranti, è questo il fine del “Progetto Parola Pasolini”, ideato e promosso dalla compagnia Daf.
Un’occasione unica per “entrare” nelle storie dei tanti giovani stranieri arrivati da luoghi spesso conosciuti solo attraverso i telegiornali.
La compagnia Daf, insieme a Giuseppe Ministeri, porta avanti questo progetto in occasione del 40° anno dalla scomparsa del grande Pasolini, prendendo proprio spunto da “Teorema”, opera che indaga sul rapporto con l’Altro, visto come estraneo, ospite, diverso.
Il laboratorio, ideato e guidato dall’attore Angelo Campolo, ha la durata di un anno ed è inserito nel progetto teatrale “Laudamo in Città” in collaborazione con il Teatro Vittorio Emanuele.
Negli incontri, iniziati la scorsa settimana alla Sala Laudamo, i giovani migranti del centro Ahmed, accompagnati da Clelia Marano, con la collaborazione di Alessandro Russo, e tutelati in quanto minori dagli avvocati Carmelo Picciotto e Paola Magaudda, si sono resi protagonisti di un primo scambio di idee, esperienze, influenze musicali, ed artistiche più in generale, cariche della storia di ognuno dei giovani, ma ricche di speranza per le prospettive future.
Offrire la possibilità di costruire una nuova vita per questi ragazzi in una città ormai “famosa” per l’accoglienza migranti è certamente il segnale della voglia di voler migliorare.
La sfida che “Progetto Parola Pasolini” si prefigge è quella di andare oltre l’emergenza del primo approccio, oltre il “problema” del vitto, alloggio ed assistenza medica. È , infatti, importante porre l’attenzione sull’inserimento reale dei migranti nella nostra società, valorizzando inclinazioni, attitudini e talenti che ogni uomo ha diritto di coltivare e migliorare. Messina non deve essere solo un luogo porto di passaggio, ma può fornire anche le condizioni per una crescita culturale e sociale.
Il Progetto non si ferma solo all’ambito teatrale ma, già dalla prossima settimana, spazierà dalla fotografia alla cinematografia, fino alle arti visive, musicali e sportive.
Il primo spettacolo, tratto dal celebre “Teorema” di Pasolini, è “Vento da Sud-Est” e andrà in scena alla Sala Laudamo il 6 novembre alle 21.
“Uno straniero senza nome, un ospite che bussa alla porta e magicamente migliora la vita della famiglia che lo accoglie. Al suo addio, però, la famiglia è invasa da un dolore devastante che spinge il padre ad abbandonare tutto e fuggire nel deserto. Esatto, proprio nel deserto, quello che loro cercano di lasciarsi alle spalle. Mi accorgo che parlare di Pasolini con loro ci obbliga ad andare all’essenza delle cose, non c’è spazio per nessun discorso indiretto, nessun intellettualismo. Parole vaghe e generiche come “luce”, “deserto”, “ospite”, “straniero”, “Dio”, prendono corpo in modo chiaro e insieme anche misterioso. Questo mistero, che racchiude in sé una contraddizione, è quello che ci interessa di Teorema. Non le sue implicazioni politiche, legate ai cambiamenti sociali dell’Italia del ‘68. La nostra intenzione è di aprire un processo creativo che ponga al centro le domande di quell’opera che ancora oggi sono in grado di scuotere la nostra coscienza intima”, così l’attore Angelo Campolo racconta la trama di “Teorema” di Pasolini.
Laura Costa
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