L’emergenza cinghiali è finita sul tavolo della Prefettura. Questa mattina si è tenuta una riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica presieduta dal Prefetto Stefano Trotta. All’incontro ha partecipato anche Santi La Macchia, dirigente del servizio veterinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale. L’Asp vuole vederci chiaro sui rischi sanitari conseguenti alla diagnosi di tubercolosi bovina su una carcassa di cinghiale abbattuto durante la passata stagione venatoria.
A riguardo, Santi La Macchia nel precisare che la percentuale di casi di animali affetti da tale patologia è in linea con il dato registrato a livello nazionale, ha sottolineato l’importanza di procedere ad una mirata campagna informativa rivolta sia alla popolazione, che va allertata sul rischio derivante dal consumo di carne di cinghiale cruda (come nel caso di salumi) o poco cotta, sia ai cacciatori, i quali devono essere opportunamente sensibilizzati sulla necessità di sottoporre a scrupoloso, preventivo controllo veterinario i capi abbattuti.
Il Prefetto ha delineato la normativa che, dal punto di vista della profilassi, disciplina il settore prevedendo le competenze di vari Enti operanti a livello sia statale (Istituto Zooprofilattico Sperimentale, con sede operativa a Barcellona Pozzo di Gotto) sia regionale (Assessorato all’Agricoltura, presente sul territorio attraverso le Ripartizioni Faunistiche Venatorie) sia provinciale (Azienda Sanitaria Provinciale, con il dipendente Servizio Veterinario). Trotta ha quindi assicurato che interesserà la competente Ripartizione Faunistica Venatoria di Messina affinché inserisca all’interno del regolamento in corso di adozione per la prossima stagione di caccia al cinghiale, il cui inizio è previsto per il primo novembre, l’obbligo a carico dei cacciatori di sottoporre le carcasse degli animali abbattuti a controlli sanitari da parte delle Autorità competenti.
Il rappresentante del Governo, nell’ambito delle competenze riferite alle Forze di Polizia statali, ha poi impartito opportune disposizioni affinché siano svolte più incisive verifiche all’interno del piano integrato di controllo del territorio in atto, segnatamente nelle zone ove sono stati più frequenti gli avvistamenti di tale specie selvatica, raccomandando una tempestiva attivazione del Corpo Forestale, dell’Azienda Sanitaria Provinciale e del Comune, che dovranno operare in un congiunto raccordo sinergico per la prevenzione e repressione del fenomeno in esame.
E’ stato inoltre incaricato il Dirigente dell’Ispettorato Ripartimentale Foreste di Messina, nella sua duplice qualità di responsabile del corpo di polizia forestale e di funzionario regionale, di partecipare al tavolo tecnico che il 2 settembre è stato organizzato a Palazzo Zanca.
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