Cosa c’è dietro la soppressione di un treno? Un treno che per decenni ha percorso la stessa tratta, trasporta passeggeri di ogni età. Gente che scende ad una stazione, altra che ci sale, ognuno con la propria storia. Un carico umano che per le Ferrovie è solo un numero.
Antonino Romano, 82 anni ad aprile, di Venetico è, appunto, uno dei tanti che ha fatto “numero”, per 33 anni, sul treno che da Palermo raggiungeva Bologna, percorso diretto: Sicilia-Emilia Romagna. Lui ci andava dal 1979 al “Nord”- come dice -. Ci andava perchè un incidente sul lavoro, accaduto quando aveva 48 anni, gli imponeva un controllo semestrale al centro ortopedico di un paesino a pochi chilometri dal capoluogo emiliano. Già, perchè un maledetto trattore, 33 anni fa, lo aveva travolto e gli aveva stritolato una gamba, la sinistra. Gli aveva anche maciullato 8 costole e l’altro ginocchio. “Sono fortunato perchè sono ancora vivo – ha detto Romano- ma senza una gamba, con due protesi (all’anca e al ginocchio) e trascorro la mia vita in carrozzina”.
Ogni anno dal 1979 al 2012, per 66 volte, uomo e carrozzina salivano a bordo di quel treno a Milazzo e scendevano alla stazione di Bologna. Visita di controllo della protesi, magari qualche modifica “ Perchè a volte fa male – ha detto- quel busto che ti stringe, partendo dall’ascella sino all’anca, per sostenere quella gamba posticcia”, e poi il rientro a casa, al contrario, sullo stesso convoglio. Tutto questo accadeva sino allo scorso anno. Sino a quando Ferrovie ha deciso di sopprimere quel treno. Adesso, per l’uomo e la sua carrozzina, c’è una sola possibilità per raggiungere Bologna in treno: Milazzo-Roma, scendere e sostare 180 minuti ( quando non ci sono ritardi) alla stazione Termini, poi, all’arrivo della coincidenza, risalire sul treno, con tutti gli ovvi disagi, diretto a Bologna. Uguale percorso al ritorno.
Antonino Romano ha già “saltato” il controllo del 4 gennaio. Ne ha un altro fissato tra qualche giorno e stavolta non potrà mancare all’appuntamento. “Il busto gli fa troppo male- ha detto – qualcosa non va con questa nuova protesi”. A 82 anni, 33 dei quali trascorsi senza una gamba, Romano pensava che le sue sofferenze fossero finite.
Non è stato così. “ Non posso salire e scendere da più treni- ha quasi singhiozzato – le mie condizioni non me lo permettono. Voglio scrivere a Crocetta – ha aggiunto- mi pare uno “Giusto”. Uno che capisce il dolore e ha comprensione. Ripristinate il treno diretto Palermo-Bologna. Sopprimere un percorso ferroviario può recare danno a molti disabili. Parlo a nome di tutti gli sfortunati come me”.
(46)