“Se fosse vero quanto sostenuto oggi dal dott. Michele Vullo riguardo il Pronto soccorso del Piemonte, allora dovrebbero chiudere i Pronto soccorso di mezza Sicilia, mentre sarebbero in regola nella provincia di Messina solo quelli del Policlinico, del Papardo e del Sirina. Lui continua con la solita litania per la quale è stato smentito il 22 luglio del 2014 in Commissione regionale Sanità dalla Uil-Fpl e zittito dal presidente Di Giacomo. In quella circostanza aveva affermato le medesime cose che oggi escono sulla stampa”.
Così Pippo Calapai, segretario generale della Uil-Fpl di Messina, e Mario Macrì, Responsabile provinciale Area Medica Uil-Fpl, in risposta al grido d’allarme lanciato oggi dal manager del Papardo-Piemonte il quale ha dichiarato che un infartuato rischia di morire al Piemonte perché il Pronto soccorso non ha una struttura adeguata alle spalle.
“Vullo – proseguono i sindacalisti – prima di fare certe affermazioni dovrebbe spiegare ai cittadini chi ha deciso di chiudere i reparti dell’ospedale Piemonte. Di fatto, egli ha denunciato se stesso e quindi il suo operato perché il Piemonte s’è visto chiudere i reparti con il trasferimento di medici, dopo il suo insediamento, risalente a luglio dello scorso anno. Poi se la prende con la politica, affermano che fa solo danni, ma non dice, invece, che la politica è rimasta in silenzio rispetto ai fatti per i quali abbiamo presentato alcuni esposti e indotto l’ex assessore Lucia Borsellino a fargli annullare ben due delibere. Non ci interessano, comunque le beghe, quello che a cui noi teniamo è la salvaguardia dell’ospedale Piemonte, che possa essere dotato di un Pronto soccorso funzionale con i reparti previsti dai protocolli, nell’interesse esclusivo della collettività”.
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