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Ufficio comunale di edilizia privata: un solo uomo a gestirlo

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Si muove tra la polvere degli archivi, si arrampica su ripide scale. Gestisce rapporti con i privati, cerca soluzioni ai problemi dei tanti. Fa tutto lui. Lui è l’unico impiegato dell’archivio del Dipartimento Edilizia privata.

«La consultazione dei fascicoli è un atto dovuto – ricorda Santi Trovato −, preventivo e necessario a qualsiasi progettazione, alla quale il libero professionista non può sottrarsi per poter redigere progetti, perizie, varianti, consulenze, che riguardano fabbricati esistenti, dovendo di fatto verificare la loro regolarità, preventivamente alla redazione di qualsiasi atto e/o progetto edilizio, e che inoltre tale incombenza è resa ancora più marcata dalle nuove procedure di Denuncia di Inizio Attività (Dia) e Segnalazione di Inizio Attività (Scia»).

«Oggi – sottolinea il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri −, il funzionamento della consultazione delle pratiche dell’archivio del Dipartimento Edilizia privata ha raggiunto un livello non più tollerabile, lesivo della dignità dei professionisti e dell’utenza in genere, oltre che di chi vi lavora».

«Tralasciando gli aspetti logistici – spiega −, che riguardano la collocazione fisica dell’archivio, collocato nel seminterrato dello stabile di Piazza Vittoria n. 6, nei quali l’utenza comunque non può accedere, (anche per ragioni di sicurezza) si segnala che questo servizio non può essere affidato  ad un solo dipendente che deve movimentare i fascicoli, prendendoli dal seminterrato, non servito da montacarichi e/o ascensori ma collegato solo da ripide scale, portandoli nei locali al piano terra dove avviene la consultazione che, tra l’altro, sono una offesa ed “una macchia”, in capo proprio a quel settore dell’amministrazione comunale che cura le agibilità degli edifici dei privati, dimenticandosi però dei propri edifici».

«I fascicoli – sottolinea Santi Trovato −, per quello che è dato vedere nella zona a piano terra, dove si effettua la consultazione, non vengono poi riportati in archivio (e come potrebbe essere diversamente essendoci un solo dipendente e quel tipo di collegamento?) ma riposti in scaffalature che rendono poi difficili e problematiche ulteriori consultazioni».

«La consultazione dei fascicoli – prosegue −, che avviene solo il martedì mattina ed il giovedì pomeriggio, si effettua mediante l’iscrizione estemporanea in un elenco, che spesso contiene più di 20 nominativi, rispetto al quale ne vengono smaltiti (per la carenza di personale) solo alcuni, mentre la maggior parte ingrossa l’elenco del successivo ricevimento. L’attesa avviene nei corridoi, che non presentano i necessari arredi atti a garantire la permanenza delle persone in fila, in attesa di accedere alla sala consultazioni. Inoltre, nella malaugurata ipotesi di assenza dell’addetto all’archivio (come è già capitato) la consultazione viene sospesa, rinviandola a data da destinarsi».

«Questo avviene ormai da oltre un anno – sottolinea Santi Trovato −, nell’assoluto disinteresse ed indifferenza di chi avrebbe il dovere ed il potere di risolvere le criticità evidenziate da più parti e visibili a tutti».

Questo Ordine ritiene che «la situazione ormai è divenuta insostenibile e va assolutamente risolta, nell’immediatezza, mediante sia l’aumento delle ore di ricevimento dell’archivio per la consultazione delle pratiche, sia con la dislocazione nell’Ufficio archivio di adeguate risorse umane, oltre che strumentali e di adeguati impianti per la movimentazione delle pratiche.

«Questo Ordine già all’inizio del 2014 – continua − aveva segnalato all’Amministrazione comunale la carenza di personale e la scarsa attenzione nei riguardi del Dipartimento Edilizia Privata, e da allora, nonostante proclami di innovazioni e modifiche nulla è cambiato, anzi la situazione è ulteriormente peggiorata. Siamo al limite dell’interruzione di pubblico servizio, e questo mette in ginocchio un settore già fortemente penalizzato dalla crisi».

Per questi motivi, l’Ordine degli Ingegneri, a seguito di numerose segnalazioni, chiede al Sindaco, al Direttore Generale del Comune, all’Assessore all’Urbanistica, al Dirigente al Dipartimento Edilizia Privata e, per conoscenza, al Prefetto«di porre immediato rimedio a quanto evidenziato, riportando il servizio archivio ad un livello minimo di efficienza, al fine di rendere possibile l’attività lavorativa dei liberi professionisti e dei nostri iscritti».

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