Messina sta chiudendo. Ma non sembra si tratti di una chiusura provvisoria, di un periodo di ferie. Messina si “smantella”, si staccano piccoli e grandi pezzi, come da un’azienda che prima comincia a ridurre le spese, taglia dove può, e poi, ormai mutilata, chiude. Muore.
Messina sta chiudendo. Tra tagli già fatti e tagli da fare. La continuità territoriale, navi e treni, andati, partiti per non tornare. L’ente porto, la Camera di Commercio, molti uffici postali, la sede della Banca d’Italia, data di “scadenza” 2018, e, in agonia da mesi, l’ospedale Piemonte.
Muoviti messinese, o Messina chiude, chiude con te dentro.
Se per qualcosa Messina è rassegnata, per altro c’è ancora qualcosa da tentare, un passo da fare, e questo passo, oggi, per l’ospedale Piemonte, è la manifestazione.
Non si sente tranquilla la gente, che sulla struttura di viale Europa ha sempre contato, non si fida di parole poco chiare, del “detto” e, soprattutto, del “non detto”. Si parla di fusione ma, il Comitato che è nato per salvare il Piemonte, è in stato di allerta, non crede che questa sia la salvezza.
«La popolazione da quindici giorni viene informata che l’Ospedale Piemonte è salvo, in particolare che è salvo il Pronto Soccorso. Ma non è così», questo dice Marcello Minasi, presidente del Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte”, presentando la manifestazione organizzata dallo stesso Comitato per oggi, venerdì 22 maggio, alle 16 davanti al nosocomio di viale Europa.
Associazioni, movimenti, sindacati e cittadini, insieme per non chiudere, per non perdere un altro pezzo.
Minasi, nel suo intervento, ha ribadito quanto già dichiarato all’indomani del recentissimo varo in Commissione Sanità, all’Ars, della fusione Irccs Centro Neurolesi “Bonino Pulejo” – Ospedale Piemonte, che, secondo l’ex magistrato: «Ha determinato lo smantellamento proprio di quelle unità che facevano del Piemonte un Ospedale e che davano ragion d’essere ad un Pronto Soccorso che, a queste condizioni, invece, non ci sarà più. A Catania ci sono ben sette Pronto Soccorso e nessuno si è mai sognato di toglierne uno».
In particolare, si parla della soppressione della Chirurgia, che, invece, costituisce una delle specializzazioni essenziali per l’esistenza stessa di un Pronto Soccorso. Non c’è pronto soccorso che non si appoggi ad un reparto di Chirurgia.
«Rimossi – ha precisato ancora Minasi – anche l’Utin, Ostetricia e Ginecologia e Pediatria. E mentre ci dicono che vengono eliminati i doppioni, si crea la terza Stroke Unit in città e nello stesso momento in cui si abolisce l’Ospedale Piemonte».
«Così – ha precisato il presidente Minasi – piuttosto che un Pronto Soccorso avremmo una sorta di Guardia medica, con la conseguenza dell’intasamento del Pronto Soccorso più vicino che è quello del Policlinico, aggravando le sue problematiche per i tempi di attesa già abbastanza lunghi».
Un pronto soccorso mutilato, un ospedale smembrato che non è più ospedale. I posti letto, che da 120 si sono ridotti a 42, solo per “acuti”: «A chi servono gli altri posti letto? Mi domando se questo scippo a Messina abbia a che fare con la creazione di una nuova clinica a Catania o con l’esistenza di un altro centro di eccellenza a Palermo», commenta Minasi.
Silvano Arbuse, medico e componente del Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte”, riferendosi al botta e risposta a distanza che si è verificato ieri a seguito delle considerazioni sulla legge approvata in Commissione regionale, ha dichiarato: «Gli onorevoli Formica e Picciolo sostengono che abbiamo capito male: per chiarirci presto faremo un confronto pubblico».
Arbuse ha aggiunto: «La verità è che la Giunta Crocetta ha chiuso il Piemonte e il Pronto Soccorso e creato il più grande centro di riabilitazione del Meridione: ne prendiamo atto. In Commissione è stato deciso tutt’altro rispetto ai protocolli firmati da tutti i soggetti coinvolti, compresi il Sindaco e il rappresentante del Centro Neurolesi».
L’appuntamento è per oggi, alle 16, sul viale Europa, davanti al Piemonte.
Messinese muoviti. Messina sta chiudendo.
Mimma Aliberti
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