Nota sulla continuità territoriale diramata dal portavoce di Federazione Nuova Destra, Franco Tiano:
“Il tema della continuità territoriale nello Stretto di Messina divide sindacati, Enti e partiti della città di Messina, Reggio Calabria e Villa. E’ necessario trovare immediati punti di convergenza per unire le forse e non procedere, come al solido, con programmi ininfluenti. Il problema va visto sotto diversi aspetti ed è strettamente legato alle esigenze delle città che si affacciano sulle due sponde.
I progetti faraonici della Rada di Tremestieri e la totale mancanza di opere strutturali ed infrastrutturali dei porti, non consentono di usufruire dei più elementari servizi, necessari a rendere il passaggio di persone e mezzi efficiente e consono alle necessità. La continuità passa dalla modernizzazione e il meridione d’Italia è stato sottomesso ad esigenze commerciali, turistiche e di mobilità, necessarie al resto del paese. Un modo di operare dello Stato Italiano tutt’oggi condiviso dai partiti e dalle classi dirigenti.
La svolta è quindi legata al cambio di mentalità ed alla necessità di tutti di difendere il proprio territorio, riorganizzandolo dal punto di vista strutturale, dei trasporti, della tutela ambientale, della salvaguardia dei cittadini e dello sviluppo economico ed occupazionale.
Il primo passo da compiere è pertanto un attento studio delle coste, già in parte erose dalle correnti marine, per valutare le possibilità reali d’intervento a tutela delle stesse e comprendere quali potranno essere i possibili approdi da realizzare in sicurezza e nel rispetto della natura.
Il secondo passo è quello di individuare rade e/o porti d’attracco accessibili e funzionali per liberare la città dai TIR, che portano morte, inquinamento e distruggono patrimoni locali.
La servitù di passaggio dei TIR dentro la città è un deterrente allo sviluppo turistico, culturale ed ambientale, che va eliminato, una piaga sociale che ha occluso altre forme di convivenza più sane e remunerative.
Tuttavia potrebbe diventare un opportunità attraverso la realizzazione di strutture e servizi d’accoglienza adeguati da realizzare in periferia.
Legato allo sviluppo ed al progresso non bisogna sottovalutare l’importanza di abbattere i tempi di percorrenza tra le due sponde e per questo sono necessari navi nuove ad alta tecnologia, con strumenti innovativi che possano ricevere ed espellere i mezzi trasportati con velocità ed in sicurezza.
La strada più lunga e discussa, ma anche decisamente risolutiva e produttiva, riguardo la mobilità nello stretto, è quella della realizzazione del PONTE, collegato ad una rete ferroviaria ad alta velocità ed autostrade sicure e con più corsie e servizi. Il futuro del SUD non deve essere legato al solo al Ferry Boat, tutt’altro, bisogna percorrere la via dell’unificazione commerciale e produttiva dell’intero paese, offrendo alternative a mercati di trasporto Europeo e Medio Orientale e lo si può fare costruendo una mobilità alternativa e funzionale che comprenda più ipotesi di transito e percorrenza nello Stretto.
E’ vero che la realizzazione della maestosa opera del Ponte necessita un periodo più lungo, ma è anche vero che se non si inizia non si potrà mai finire. Realizzare strutture ed infrastrutture significherebbe conquistare il territorio, renderlo produttivo. Il NORD Italia ne ha fatto tesoro ed è al passo con i tempi, il Meridione d’Italia ne soffre la mancanza.
Messina, quindi, deve guardare avanti dotandosi di uomini e mezzi capaci di studiare i cambiamenti e prevenire i pericoli, per non incorrere ad altri errori e incompiute, come la Rada di Tremestieri ed il Ponte sullo Stretto e puntare sul potenziamento dei porti, delle infrastrutture, dei mezzi di trasporto adeguati e di servizi efficienti per l’accoglienza. La battaglia è di tutti e su queste direttive bisogna percorrere la via più giusta della concertazione con gli organi preposti, che sono la Regione e lo Stato.
L’Italia può ripartire e consolidare soltanto se farà una politica di sviluppo per il Sud, altrimenti ci lascerà a fare da trampolino di lancio, ancora una volta, per il Nord che utilizza i nostri contributi per stare al passo con l’Europa.
La battaglia dei Messinesi, dell’intera area dello Stretto e del Meridione d’Italia non può che essere indirizzata in questa direzione aprendo un serio contenzioso con lo Stato.”
(832)