L’Associazione “Peppino Impastato” incontra gli studenti del Bisazza occupato

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liceo bisazzaAnche l’istituto “Felice Bisazza” ha scelto di portare avanti, durante il periodo dell’occupazione, progetti seri e responsabili, fatti di dibattiti, incontri e confronti su svariati temi anche di impegno sociale. Tra questi, l’incontro con l’associazione Peppino Impastato: Infiltrazioni mafiose all’interno dello stato a partire dagli anni ‘70, rapporto stato mafia, cultura e legalità. Di fronte a una platea attenta, il coordinatore dell’associazione, Giuseppe Scaffidi, ha introdotto l’argomento presentando le tematiche che avrebbe trattato il presidente, Sonny Foschino. «Non c’è memoria senza verità: e la verità spesso è distorta e piegata a logiche malate», hanno spiegato dall’Associazione. I ragazzi, molto interessati, hanno partecipato attivamente al dibattito ponendo tantissime domande. Durante il periodo di occupazione si sono ridefiniti anche i rapporti tra studenti e insegnanti, perché al di là di quelli che sono i programmi ministeriali, gli studenti hanno avuto l’opportunità di esprimere i loro interessi. «La scuola deve essere fucina dei saperi, ― dice Giuseppe Scaffidi, presidente dell’Associazione Peppino Impastato ― deve rendere capaci i ragazzi di realizzare i loro progetti in una vita sempre più difficile, in una società dominata dal malaffare e dall’interesse egoistico che muove i potenti». E prosegue: «Tomasi di Lampedusa diceva: “tutto cambia perché nulla cambi”. Il cambiamento radicale è rischioso, può sconvolgere troppi assetti ben consolidati nel tempo. Diciamolo che la legge non è uguale per tutti, ma ci deve pur essere un futuro in cui la giustizia sia svincolata dal potere. E l’associazione Peppino Impastato quotidianamente lotta per smascherare un passato vergognoso e per dare luce a chi ha cambiato davvero in positivo la nostra storia, con poche parole e tanti fatti». «Noi abbiamo il diritto di sapere, ― conclude Scaffidi ― per rendere giustizia a chi ha versato il suo sangue per la nostra terra. E i ragazzi del Bisazza sono parte di questo cambiamento».

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