“E’ meramente di natura politica la decisione di chiudere l’Ospedale Piemonte: la conferma – dichiara il presidente del Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte”, Marcello Minasi – si è avuta all’incontro di ieri tra le parti coinvolte e in cui le posizioni, soprattutto del direttore generale Vullo, sono rimaste pressoché irremovibili e a difesa di una pianificazione calata dall’alto”.
Così Minasi ha iniziato la sua disamina sulla riunione alla quale ha preso parte: “E’ stato un continuo dibattere tra me e buona parte dei presenti, ma il dato tratto è stata la conferma di voler trasformare un efficiente Pronto Soccorso in Punto territoriale di emergenza e sede del 118, per afferire i casi che necessiterebbero di maggiore assistenza al vicino Policlinico. Al Pte sarebbe conciliabile la presenza di un Polo Materno-infantile o di una struttura di lungodegenza e riabilitazione”.
“In quanto rappresentate del Comitato – ha proseguito – ho ribattuto, punto per punto, qualsiasi motivazione addotta. Innanzitutto, l’Ospedale Piemonte è centro di riferimento in caso di calamità, così come previsto dal piano di Protezione Civile e mi meraviglia come il rappresentante della Protezione Civile stessa abbia dato la facile soluzione di una rimodulazione di quel Piano in caso di chiusura del Piemonte, quasi fosse un gioco da ragazzi da attuare dall’oggi al domani”.
“Spiazzante – ha continuato – pure la risposta del vicesindaco Signorino, riguardo alle particolari condizioni geografiche di Messina e alla relativa necessità di un ospedale al centro della città: Signorino ha, anch’egli, dato un’altra soluzione facile, ovvero rifare le strade con i soldi inutilizzati dalla mancata costruzione del Ponte sullo Stretto! E che dire poi delle reiterate affermazioni che sono stato costretto ad ascoltare, ancora una volta, circa quella insinuata inefficienza del Pronto Soccorso, che trasformerebbe codici bianchi in verdi e sui ritardi negli interventi per infarto cardiaco: Vullo, se ne ha prova – ma le carte pare direbbero diversamente! -, nella qualità di vertice amministrativo, prenda i giusti provvedimenti disciplinari e denunci alla magistratura i casi che avrebbe accertato, ma la smetta di creare inutili allarmismi tra la cittadinanza”.
“Inutile – ha concluso Minasi – è, a mio avviso, invocare il Decreto Balduzzi circa la distribuzione territoriale degli ospedali: il Piemonte serve il bacino di utenza più ampio di una città geograficamente difficile, estesa in lunghezza e schiacciata tra colline e mare: la presenza del Policlinico, anche se a soli tre chilometri, non sarebbe una giustificazione per chiuderlo. Lo dicono i numeri di concentrazione della cittadinanza nel territorio del Piemonte e lo dice il gradimento della gente che affluisce al Pronto Soccorso Generale del Piemonte, ma anche a quelli Pediatrico e di Ginecologia, per non parlare dei parti che annualmente qui avvengono. Altro che chiudere il Piemonte: sulla base di queste considerazioni che chiunque reputa ragionevoli, a chiudere dovrebbe essere qualche altra struttura!”.
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