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Facebook accorcia le distanze e colma il “disservizio”. Donna di Lipari partorisce grazie al social network

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facebookFacebook: spazio di pettegolezzi e discutibile vetrina per i più esibizionisti. Il destino ambiguo dei social network si gioca tutto sul piano del loro utilizzo in quel range di possibilità che va dalla frivolezza alla serietà, dal lancio di un importante messaggio alla controinformazione.

Per una donna di Lipari, Facebook è stato di vitale importanza. Lei, agli sgoccioli della sua gravidanza, con il punto nascite dell’isola chiuso ˗ nonostante le proteste e le rassicurazioni di una possibile apertura ˗ ha dato alla luce la sua bimba di 3 chili e mezzo grazie a un’ostetrica conosciuta in rete. Le due donne si erano virtualmente incontrate sul gruppo “Voglio nascere a Lipari, ma forse non potrò più farlo”, e l’ostetrica è partita da Catania per assistere la partoriente.

Una vicenda che mette in evidenza come la ferita della chiusura del punto nascite di Lipari sia viva più che mai e costringe le future mamme a spostarsi a Milazzo, Patti e Messina in largo anticipo per poter partorire. Facebook in questo caso ha creato la rete, una rete umana che si è sostituita all’ “istituzione”.

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