Parafrasando un pezzo de I Giganti del 1967, è arrivato il momento di mettere le bandiere di Pace nei nostri balconi, quello che “Tenda della Pace” di Messina definisce «un gesto collettivo dall’alto valore simbolico» per dire “no” alla guerra tra l’Ucraina e la Russia, e non solo.
«Sventolino dalle nostre finestre e dai nostri balconi le bandiere della Pace, per gridare insieme il nostro No alla stupidità e alla follia della guerra. Gli ultimi episodi – si legge nella nota – purtroppo ci confermano il rischio che la situazione precipiti verso una nuova tragedia dalle conseguenze terribili per il nostro pianeta. Ma come si fa a non trovare soluzioni alternative, per impedire questa catastrofe? Non esistono giustificazioni.
Noi siamo a fianco delle popolazioni civili, considerate ancora una volta carne da macello, vittime immolate sull’altare degli interessi imperialisti di USA, Russia, Cina, Europa. Ci opponiamo fermamente a questa logica cinica, perversa e disumana. Per questo vi invitiamo a esporre la bandiera della Pace o in alternativa uno striscione con la scritta No alla guerra/Pace in Ucraina. Un gesto collettivo dall’alto valore simbolico: di denuncia e di speranza».
No War
Non si ferma l’acredine ta Ucraina e Russia, il 21 febbraio Putin ha ordinato un’operazione militare a Donbass; nello specifico a Donetsk e Luhansk: territori che fanno parte dell’Ucraina, ma dal 2014 nelle mani dei separatisti che appoggiano la Russia. Intanto, Stati Uniti e Unione Europea continuano ad annunciare nuove sanzioni e limitazioni per la Russia. «C’erano chiari segnali – scrive Politico – che la portata della risposta delle potenze occidentali, che avevano minacciato misure punitive paralizzanti in caso di invasione russa, sarebbe dipesa dalla risposta a una domanda che il mondo intero sembrava stesse meditando: dove si fermerà Putin?». Secondo alcuni esperti, il Presidente della Russia starebbe, se così possiamo dire, tirando il dito con tutto il braccio finché non verranno prese in considerazione dall’Occidente le sue richieste; tra tutte quella di non accettare l’Ucraina all’interno della NATO.
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