L’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto ha inviato gli esiti delle prime analisi eseguite nella zona Falcata, finalizzate alla bonifica dell’area. Dalle indagini eseguite, l’area è risultata «sito potenzialmente contaminato». Cosa significa e cosa succede adesso lo ha spiegato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto.
Così ha commentato il presidente Mario Mega: «Con la consegna dei risultati delle indagini – ha dichiarato in una nota – in campo condotte in maniera diffusa sull’area della Zona Falcata vengono purtroppo confermate le previsioni già fatte negli anni scorsi dall’Università di Messina e ci consegnano la fotografia di un’area che ha livelli potenziali di contaminazione molto alti. Ora occorre valutare le analisi di rischio alla luce della destinazione finale delle aree che da nuovo Piano regolatore del porto non saranno più industriali e pertanto necessiteranno ancora di maggiori attenzioni».
«Continuerà – prosegue – il nostro impegno nei prossimi mesi per portare a completamento la complessa procedura amministrativa avviata e siamo certi che la Regione Siciliana, alla luce degli impegni reciproci assunti direttamente con il Presidente Musumeci, ci aiuterà a raggiungere in tempi brevissimi questo obiettivo consentendoci la predisposizione del progetto delle bonifiche che rimane lo strumento indispensabile per avviare la ricerca degli ingenti finanziamenti necessari per restituire quella parte di città agli usi urbani. Nel frattempo – conclude il presidente Mega, come previsto nel POT, avvieremo uno studio di fattibilità per valutare le possibili ipotesi di utilizzo delle aree».
Le indagini sulla Zona Falcata
Le indagini sulla Zona Falcata di Messina sono iniziate a giugno 2021 e sono state eseguite dal R.T.I. Chimica Applicata Depurazione Acque di Giglio Filippo e c. snc, di Menfi (AG) (CAPOGRUPPO) – Geo Gav srl, di Favara (AG) (MANDANTE) e Atlantis società cooperativa di Monreale (PA) (MANDANTE) che si era aggiudicato una gara ad evidenza pubblica per un importo di euro 242.698,97, sotto la supervisione tecnica di SOGESID.
Hanno interessato due aree distinte:
- una zona marina in cui sono stati effettuati dei rilievi in mare tramite strumentazione Side Scan Sonar (SSS) per la ricostruzione della morfologia dei fondali marini e prelievi di campioni di sedimenti marini superficiali;
- una zona terrestre in cui sono state effettuate trivellazioni ambientali e prelievi di campioni di suoli, sottosuoli e acque sotterranee necessari per la valutazione dello stato di qualità ambientale delle matrici naturali.
Nel suo complesso l’indagine ambientale ha interessato un’area con estensione spaziale di circa 17 ettari racchiusa in un perimetro di circa 2.200 m e l’antistante zona marina che può essere ben identificato nella planimetria.
Questo quanto evidenziato dalle indagini: «Da una prima lettura dei risultati delle indagini – si legge nel documento tecnico diffuso dall’Autorità Portuale – si evidenzia una contaminazione estesa sia dal punto di vista geografico che dal punto di vista della natura chimica dei contaminanti, confermando di fatto le risultanze degli studi preliminari condotti dall’Università di Messina e che hanno portato alla redazione del Piano di Caratterizzazione e quindi alla campagna di indagine da poco conclusa».
«Dai risultati ottenuti – prosegue – con la campagna di indagine da poco conclusa appare evidente che i superamenti delle CSC (Concentrazione Soglia di Contaminazione) di metalli, idrocarburi pesanti C>12, idrocarburi pesanti C<12, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), pesticidi, PCB, Diossine e Furani, indicano che l’area oggetto di indagine può essere definito un “sito potenzialmente contaminato”, così come puntualmente descritto dall’art.240, comma d del D.Lgs.152/20061».
Con questi dati alla mano, si procederà quindi a ulteriori attività che saranno sviluppate nei prossimi mesi dall’Università di Messina,. con il supporto di SOGESID. Gli esiti verranno poi presentati insieme al resto della documentazione, alla Regione Siciliana, per l’approvazione definitiva dopo un ulteriore esame in conferenza dei servizi.
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