Un grande classico del lunedì: sei lì tutto preso dal sonno e dal freddo e aspetti la navetta per andare all’Università di Messina. Ma le navette ATM non ci sono o tardano ad arrivare. Ed ecco che decidi di protestare per avere un servizio di trasporto pubblico efficiente. «Stamattina – scrivono in una nota i referenti di UDU (Unione degli Universitari) Messina – abbiamo manifestato il profondo dissenso per la vergognosa situazione dei trasporti rivolti alle studentesse e agli studenti che studiano in questa città.
È passato più di un anno ormai da quando UniMe ha deciso di rimuovere le navette che si dirigevano ai poli universitari Annunziata e Papardo, che sono state sostituite con i mezzi ATM, che tutt’oggi si dimostrano assolutamente inadeguati per garantire un servizio efficiente e dignitoso. Ma anche gli studenti del Polo Policlinico sono spesso in difficoltà tra navette fantasma e tram che qualche volta dimentica di passare».
L’insostenibile leggerezza delle navette ATM
Gli studenti soffrono quindi la mancanza di quella mobilità sostenibile, dolce, leggera che invece dovrebbe esistere in una città universitaria come Messina, caratterizzata da Poli dislocati in diverse parti della città. «Ogni giorno tantissimi ragazzi – continuano i referenti di UDU – sono costretti a percorrere a piedi il tragitto per carenza di posti sui mezzi o salti di corse improvvisi e immotivati.
Gli studenti non si meritano di essere trattati così, imbarazzante poi l’inadeguatezza dei provvedimenti di qualche settimana fa che dopo le polemiche avevano le corse che interessavano gli studenti dei villaggi per destinarle agli studenti universitari, provvedimento ritirato ovviamente qualche giorno dopo. Non si possono togliere corse ad alcuni studenti per potenziare il servizio per altri, se la coperta è corta non basta tirarla da un lato o dall’altro. Vogliamo più mezzi per poter andare nella nostra Università: è un nostro diritto.
Il disagio non riguarda poi esclusivamente pochi studenti ma le difficoltà sono generalizzata per molti ragazzi che dalla stazione, dagli aliscafi, dal centro da nord e da sud devono percorrere la città a piedi anche sotto la pioggia a causa dell’ inadeguatezza della copertura dei mezzi in città, l’Università è frammentata su tutto il territorio cittadino, non è possibile che non ci venga riconosciuto il diritto alla mobilità, siamo stanchi. Ci rivolgiamo al Rettore, al sindaco, e al presidente dell’ATM: incontratevi per definire seriamente quale servizio volete offrire agli studenti che scelgono di studiare a Messina».
Il diritto a una mobilità sostenibile
A intervenire sulla protesta anche la Uiltrasporti, a fianco degli studenti, che chiedono una maggiore qualità sei trasporti pubblici. «Sono 104 i bus di Atm Spa – scrive in una nota la Uiltrasporti –, pochi per una città di 240 mila abitanti, mentre la proporzione dovrebbe essere di un mezzo pubblico ogni mille cittadini. Così Messina si trova negli ultimi posti delle classifiche nazionali per la mobilità sostenibile.
A soffrire spesso sono gli studenti penalizzati da una coperta troppo corta. Occorre garantire il servizio pubblico e la sua valenza sociale, rivedere le linee e i collegamenti col polo Universitario e le scuole, specialmente in questa fase pandemica in cui la capienza dei mezzi risulta spesso inadeguata e per questo la battaglia della Uiltrasporti Messina, accanto ai ragazzi del sindacato studentesco UDU, per potenziare la flotta e migliorare il servizio pubblico.
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