Un progetto da 16 milioni di euro che vedrà coinvolte oltre 2mila famiglie incluse nelle aree di risanamento di Messina, che preveda non solo assistenza, ma soprattutto il reinserimento sociale delle persone che hanno vissuto finora nelle baracche della città dello Stretto. È questo, in poche parole, “Nuovi percorsi dell’abitare”, l’iniziativa presentata oggi a Palazzo Zanca dal sindaco Cateno De Luca, dal vicesindaco Carlotta Previti, dal Prefetto Cosima Di Stani e dalla presidente di Messina Social City, Valeria Asquini. L’intervento durerà due anni, si concluderà a fine dicembre 2023 e sarà gestito dall’Azienda speciale che si occupa dei servizi sociali in città.
Partendo dai numeri, “Nuovi percorsi dell’abitare” prevede un finanziamento di 16.272.217,82 euro provenienti dal PON Metro – in particolare si fa riferimento al programma ReactEu degli OI del PON Metro e al POC Metro, Azione I.3.1 Interventi di inclusione sociale e contrasto al degrado urbano –, mentre le famiglie coinvolte sono 2.275 (già interessate da “L’estate addosso”). Oltre 2mila nuclei, quindi, presi in carico dalla Messina Social City, a cui verrà data la possibilità, da un lato, di uscire dalla condizione di emergenza abitativa, dall’altro, di intraprendere un percorso formativo e lavorativo che consenta il reinserimento sociale e che abbia un orizzonte di lungo periodo.
A riassumere lo spirito del progetto è stato il Prefetto Cosima Di Stani, oggi presente in qualità di Commissario Straordinario per il Risanamento di Messina: «Il risanamento non è solo una questione edilizia. Va ricostruito un tessuto sociale adeguato, va implementata l’autonomia di queste famiglie – ha precisato. Dare una casa senza un progetto sociale che consenta l’emancipazione da una condizione di precarietà sociale non ha senso. L’obiettivo è quello di dare alle persone la possibilità di riprogettare il proprio futuro».
Ma cosa prevede nel concreto, “Nuovi percorsi dell’abitare”? Prevede 1.100 tirocini di Inclusione Sociale da 850 euro per 12 mensilità e 390 voucher formativi da 1.500 euro. I colloqui con le famiglie sono già iniziati, mentre venerdì verrà pubblicato il bando per le agenzie del lavoro che selezioneranno le aziende presso cui saranno ospitati i borsisti. Il progetto prevede, inoltre, la creazione di startup e cooperative di servizio che potranno lavorare con il Comune e le partecipate.
La mappatura dei bisogni è già stata eseguita per 1.000 nuclei familiari. Di questi, ne sono stati censiti e presi in carico 500, che inizieranno il proprio tirocinio nei prossimi 15 giorni. Gli ambiti sono quelli del Piano nazionale di ripresa e resilienza: transizione ecologica, digitale e servizi alla persona. In base alle proprie attitudini, alla capacità e alla formazione, alle persone coinvolte sarà proposto di lavorare in diversi settori, dai servizi di piccola manutenzione, all’impiego in orti urbani, al digitale. Alcuni nuclei hanno chiesto per i propri ragazzi la possibilità di investire nella formazione. Le prime persone coinvolte saranno impiegate in lavori utili per il benessere della comunità e per il decoro cittadino, dagli interventi di cura del verde alla pulizia delle strade.
A spiegare brevemente in cosa consiste il progetto, il vicesindaco Carlotta Previti.
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