cristina cannistrà e giuseppe fusco, consiglieri comunali del movimento 5 stelle di messina

Il M5S vs Messinaservizi: «Avere la decenza di stare zitti. La città è nel degrado»

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Erano la Messinaservizi Bene Comune, le sette ditte appaltatrici del servizio di manutenzione verde pubblico, la pentastellata Cannistrà, il misto Pergolizzi e di nuovo la Cannistrà. Argomento di dibattimento: la pulizia e i recenti affidamenti esterni che la partecipata del Comune di Messina ha concesso a società esterne per i servizi di sfalcio e diserbo delle aree comunali.

Dopo essere stata accusata di «polemiche sterili» da parte del consigliere comunale Nello Pergolizzi (Gruppo Misto), il capogruppo del Movimento 5 Stelle Cristina Cannistrà risponde: «nessuno dei consiglieri ha impedito l’assunzione dei 150 lavoratori alla Messinaservizi, ma in piena coscienza ogni Gruppo si è determinato per evitare l’ulteriore salasso della Tari, una tassa tra le più alte d’Italia a fronte di una città ridotta ai minimi termini».

«La Messinaservizi Bene Comune ha fatto marcia indietro».

Secondo la Cannistrà, la Messinaservizi avrebbe fatto il passo più lungo della gamba. «Assunzioni programmate – si legge nella nota – con risorse che Messinaservizi Bene Comune non aveva nelle sue disponibilità. Hanno dovuto fare marcia indietro e far ricorso a ditte esterne. Invece di rispondere in modo compulsivo a tutti, pensino alla riscossione dei tributi, alla lotta all’evasione e a un’adeguata programmazione dei servizi.

D’innanzi alle condizioni vergognose in cui è ridotta la città bisognerebbe avere la decenza di stare zitti. Oppure, se proprio si decide di parlare, sarebbe il caso di chiedere scusa a tutti i messinesi: per lo stato di degrado in cui versa la città ormai da mesi, sotto gli occhi esterrefatti dei turisti, e per non aver essere stati capaci di gestire la situazione.

Una circostanza piuttosto strana, quantomeno per una Giunta che si è autoproclamata “bravissima” e continua a elogiarsi da sola. Invece, malgrado l’indecenza quotidiana, assistiamo da mesi a una assurda caccia al colpevole, fra giustificazioni e accuse che assomigliano sempre più a una imbarazzante e costante arrampicata sugli specchi».

Gli appalti esterni

Lo scorso 27 agosto la Messinaservizi ha affidato il servizio di pulizia delle strade (sfalcio e diserbo) a ditte esterne e su questo la Cannistrà vuole fare chiarezza. «Vorremmo far chiarezza – continua la nota – sul tema degli appalti, in particolare per quel che riguarda la cura del verde pubblico. La verità è una sola e incontrovertibile: il contratto aggiuntivo di 5 milioni di euro è stato votato per affidare il servizio di scerbatura a Messinaservizi, che dovrebbe svolgerlo in house e non facendo ricorso a ditte private. Già dopo le prime polemiche sorte con la pubblicazione di bandi, il presidente Lombardo specificò che si trattava di “contratti ponte”, giustificati dal fatto che l’azienda non avesse sufficiente personale per poter svolgere questo servizio, e che sarebbero servite nuove assunzioni.

Oggi, tuttavia, il contesto è ben diverso: scopriamo infatti che le assunzioni erano state programmate con risorse che MSBC non aveva nelle sue disponibilità. Pertanto hanno dovuto fare marcia indietro e applicare il Fondo di integrazione salariale, lasciando il personale dell’azienda per 14 giorni al mese in cassa integrazione e facendo svolgere i servizi a maestranze di ditte esterne. Si può provare a nascondere la luna con il dito, replicando in modo compulsivo a tutti, spesso in maniera piuttosto maldestra, ma la verità viene sempre a galla.

Già dal nostro insediamento, mentre l’Amministrazione sciorinava i soliti slogan, abbiamo ribadito la necessità di procedere ad una corretta riscossione dei tributi e ad una lotta all’evasione utilizzando gli strumenti del decreto crescita. Nell’ultimo bilancio di previsione, come certificato dall’Organo di Revisione, i residui attivi TARSU-TARES-TARI erano pari all’inizio dell’anno a 132.495.285,77 (più o meno come se per tre anni non si procedesse ad incassare alcunché di Tari). E che dire delle mancate sanzioni incassate per le violazioni del codice della strada (26.970.094 euro, pari a cinque anni di sanzioni da riscuotere)? Tralasciando per decenza la mancata riscossione IMU o l’incapacità, nonostante le tanto declamate “banche dati deluchiane”, di far fronte all’elusione della Tari (quasi 40.000 utenti non censiti) o la mancata riscossione di fitti Attivi e canoni patrimoniali. È dovere di Sindaco e Giunta garantire ai cittadini un servizio efficiente, che va fatto innanzitutto con i soldi recuperati dalla lotta all’evasione. Di certo non chiedendo ulteriori sacrifici a quell’unico cittadino onesto su tre che paga le tasse».

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