I ragazzi di Fridays For Future Messina stanno tornando. L’intervista a Martina Celesti

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Martina Celesti, 19 anni a ottobre, si è diplomata al Liceo Artistico Ernesto Basile e per ora ha deciso di mettere da parte gli studi per attivarsi. Da qualche tempo, infatti, Martina è la referente del gruppo Fridays For Future Messina, che a settembre scenderà in piazza per chiedere ai “grandi” della Terra di darsi una calmata, una bella calmata.

Martina ha i capelli verdi, un sorriso che sa ancora di intervalli, pomeriggi leggeri, libri con le orecchie e idee molto chiare. Martina crede che solo con la forza di una comunità unita si possa davvero fare la differenza. «Le persone devono essere sensibilizzate, ma non solo. Dobbiamo portare qualcosa di concreto per far capire che vale la pena parlare di queste tematiche che influenzano la vita di ogni persona».

Che futuro?

(in foto la mappa di tutti i gruppi Fridays For Future in Italia)

Ambiente. Soprattutto crisi climatica. È la cosa per cui le nuove generazioni si spendono di più, tanto da mobilitarsi a livello globale. Ma perché l’ambiente è così importante? «Perché non dovrebbe esserlo? Questa è la vera domanda, – dice Martina – abito su questo pianeta e la mia vita ha un impatto su tutti.

La nostra è una società che vive nell’individualismo ma un solo individuo non può cambiare le cose. Io faccio il mio ma so che non sono sola e tento di coinvolgere le altre persone. Non possiamo pensare che siamo spacciati, che non si può fare niente, che tutto è finto».

Le buone pratiche

Non solo concetti ma anche concretezza, perché per salvare il mondo dalla crisi climatica ognuno può fare la sua parte. «Le buone pratiche che preferisco sono il pensiero critico, la curiosità e il confronto attivo.

Il veganismo è un’altra buona pratica che ho accolto, – racconta ancora Martina – perché si basa sulla filosofia dell’antispecismo (termine coniato nel 1970 da Richard Ryder, psicologo britannico, ndr), ma è anche una scelta politica, che si fa per l’ambiente, per la propria salute e anche per gli animali. Prediligo i mezzi pubblici e cerco di capire che ogni crisi è interconnessa all’altra e per questo dobbiamo fare uno sforzo».

Fridays For Future Messina

La mobilitazione globale, quella che oggi conosciamo come Fridays For Future, è nata dopo gli scioperi del 2018 della svedese Greta Thunberg. Prima di Greta, già nel 1992 l’americana Severn Cullis Suzuki, che all’epoca dei fatti aveva 12 anni, partecipò al Vertice della Terra a Rio De Janeiro, con un discorso che lasciò in silenzio i grandi di cui sopra.

Non c’è da stupirsi quindi che una persona così giovane come Martina sappia già certe cose. Più che altro dovremmo stupirci del perché ancora non sia cambiato (davvero) nulla. «Ho cominciato a pressare i miei per fare la raccolta differenziata – continua Martina – dalle medie, perché il mio professore di tecnologia ci parlò di questo argomento. Il fatto che adesso si parli di più di queste pratiche è una cosa buona perché abbiamo più alternative». Ma perché i ragazzi di tutto il mondo scenderanno in piazza il 24 settembre? «Chiediamo di gestire sul serio l’emergenza climatica».

I punti per cui si battono i gruppi Fridays For Future:

  • Il pianeta è più caldo di 1 °C rispetto al 1860
  • I disastri ambientali si stanno moltiplicando
  • Uragani mai visti prima
  • Estati bollenti
  • Desertificazione
  • Artico quasi privo di ghiacci
  • Barriere coralline morenti
  • Incendi devastanti

Le richieste generali di Fridays For Future

  • Fuori dal fossile:
    Raggiungimento dello 0 netto di emissioni a livello globale nel 2050 e in Italia nel 2030, per restare entro i +1.5 gradi di aumento medio globale della temperatura.

  • Tutti uniti, nessuno escluso:
    La transizione energetica deve essere attuata su scala mondiale, utilizzando come faro il principio della giustizia climatica.

  • Rompiamo il silenzio, diamo voce alla scienza:
    valorizziamo la conoscenza scientifica, ascoltando e diffondendo i moniti degli studiosi più autorevoli di tutto il mondo. La scienza ci dice da anni qual è il problema e quali strumenti servono per risolverlo. Ora spetta alla politica il compito di agire.

 

 

 

 

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