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Il Centro NeMO Sud (ancora) a rischio chiusura? L’allarme di sindacati e politici

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Sul Centro clinico NeMO Sud di Messina torna ad aleggiare lo spettro della chiusura. A lanciare l’allarme sono, ancora una volta, i sindacati, preoccupati per l’impatto che questo potrebbe sui 5mila pazienti della struttura e le loro famiglie e sui lavoratori. Nello specifico, Uil Fpl, cui seguono il deputato del PD Pietro Navarra e i rappresentanti regionali di Azione Sicilia, puntano il dito contro il presidente della Regione, Nello Musumeci.

A inizio maggio la notizia: il Centro NeMO Sud di Messina, specializzato nella cura dei pazienti affetti da malattie neuromuscolari rischia la chiusura. La Fondazione Aurora Onlus, che lo gestisce, aveva infatti deciso di rescindere il contratto con il Policlinico di Messina a causa, spiegavano i responsabili del centro dell’«impossibilità di proseguire nel rapporto di convenzione con l’AOU, in conseguenza alla lenta ma inesorabile sottrazione di competenze, di risorse e di autonomia».

A riaccendere la speranza era stato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che aveva annunciato di aver trovato una nuova sede per il centro: «Si avvia verso una soluzione la vicenda relativa al Centro clinico “NeMo Sud” di Messina. Vogliamo rassicurare tutti i pazienti e i loro familiari sulla continuità assistenziale e allo stesso tempo confermare il nostro impegno a salvaguardare i lavoratori del Centro». Lo scorso 4 giugno, spiega Uil Fpl, era infatti prevista la firma del protocollo d’intesa tra il NeMO Sud, l’IRCCS Neurolesi di Messina e la Regione Siciliana. Firma che, a quanto pare, non c’è stata.

Centro NeMO ancora a rischio chiusura? La Uil Fpl chiede spiegazioni a Musumeci

Ad accendere nuovamente i riflettori sulla questione sono Ivan Tripodi e Giuseppe Calapai della Uil Fpl, che puntano il dito contro il Governatore siciliano: «Quando il massimo vertice delle Istituzioni, qual è il Presidente della Regione Siciliana on. Nello Musumeci – scrivono in una nota –, assume un pubblico e solenne impegno che impatta sulla salute e sulla carne viva di migliaia di famiglie e, soltanto dopo qualche settimana, il medesimo impegno viene platealmente ed ingiustificatamente disatteso, l’immediata conseguenza è che la credibilità del Presidente Musumeci  crolla miseramente con il contestuale drammatico effetto di far cadere nella disperazione un’enorme fascia di cittadini che hanno il “torto” di essere soggetti fragilissimi e gravemente ammalati».

In sostanza, spiegano gli esponenti del sindacato, lo scorso 4 giugno 2021 era prevista la firma della convenzione tra l’IRCSS Neurolesi di Messina (struttura identificata per accogliere il Centro Nemo), l’Assessore regionale alla Salute e la Fondazione Serena Onlus, al fine di dare continuità nell’assistenza ai pazienti particolarmente fragili, affetti da malattie neuromuscolari. A quanto pare, però, tutto questo non è avvenuto e la convenzione tra la Fondazione e il Policlinico di Messina terminerà il prossimo 30 giugno 2021.

«Cosa è successo? – si chiedono Tripodi e Calapai. Perché questo repentino cambio di direzione, a chi sta giovando? Signor Governatore Musumeci, la Uil e la Uil Fpl, nel momento in cui sono venute a conoscenza del suo solenne impegno rivolto alla salvaguardia dell’assistenza sanitaria dei malati neuro-muscolari e dei lavoratori, hanno frenato, con saggezza e responsabilità, la propria azione sindacale convinti della sua autorevolezza nel mantenere gli impegni assunti e la parola data. Purtroppo, con grande sconcerto, stiamo registrando tutto il contrario e questo sicuramente non fa bene alla nostra terra».

«La Uil e la Uil Fpl di Messina – concludono – andranno avanti, avviando tutte le necessarie iniziative insieme alle famiglie dei pazienti del Centro Nemo Sud, dei lavoratori e ai cittadini indignati, per salvaguardare i diritti alla salute ed i posti di lavoro: non ci fermeremo e porteremo, fino in fondo, una vertenza che, accanto ad ogni valutazione, scuote la coscienza dei cittadini, ma, fino ad oggi, certamente non ha sfiorato quella del Presidente Musumeci».

Pietro Navarra (PD): «Regione sorda e insensibile, investirò della questione il Prefetto»

Duro l’intervento del deputato del Partito Democratico, Pietro Navarra, che accusa il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci e si dichiara pronto a interessare il Prefetto di Messina, Cosima di Stani, per risolvere la questione.

«Ad oggi – scrive Navarra in una nota –, a distanza di oltre un mese dalle dichiarazioni del Presidente Musumeci e a pochi giorni dalla chiusura del Centro al Policlinico di Messina, l’unica cosa certa è che 5000 pazienti affetti da gravi e rare malattie neuromuscolari saranno abbandonati a sé stessi da una Regione sorda e insensibile ai problemi delle persone, specie quelle più deboli. Una Regione che a parole promette soluzioni pronte efficaci, ma che a quelle stesse parole è incapace di fare seguire i fatti».

«Ho seguito tutta la vicenda del Centro Nemo – prosegue – mantenendo un continuo contatto con i vertici della Fondazione Aurora Onlus e, attraverso il Partito Democratico, con le Istituzioni sanitarie regionali. Non sono voluto intervenire pubblicamente perché ho avuto fiducia nel Governo regionale che sembrava essere determinato a risolvere il problema. La mia fiducia, però, sembra essere stata mal riposta e, ancor peggio, è stata mal riposta la fiducia di migliaia di famiglie siciliane e calabresi che lottano ogni giorno contro una malattia neouromuscolare».

«Investirò della questione il Prefetto – continua –, perché ritengo che, qualunque sarà l’esito finale di questa vicenda, l’immobilismo con il quale si avvicina la data di sospensione delle prestazioni, rappresenti un grave elemento di pericolo per la salute degli assistiti che potrebbero ritrovarsi – nella migliore delle ipotesi, per alcune settimane – senza alcuna assistenza. E, ancora, spero che il Prefetto possa intervenire a tutela degli aspetti occupazionali messi a rischio dalle mancate promesse della Regione».

«Chiederò alla deputazione regionale del Partito Democratico all’Ars – conclude Pietro Navarra – di assumere ogni iniziativa utile per mettere a nudo le responsabilità del Governo Musumeci di fronte a questo ennesimo fallimento e spiegare la sua colpevole e inspiegabile inerzia nell’affrontare e risolvere questa grave vicenda. Forse, però, nella logica malsana di chi governa la sanità regionale una spiegazione di questa inerzia potrebbe anche esserci: distruggere ciò che di buono c’è nella provincia di Messina e trasferirlo altrove, magari a Catania o a Palermo».

Azione Sicilia: «La chiusura del Nemo riguarda tutti»

A prendere posizione su quanto sta avvenendo – o non sta avvenendo – con il Centro NeMO Sud, sono anche i rappresentanti di Azione Sicilia, Eleonora Urzí Mondo (coordinamento regionale), Francesco De Pasquale (coordinamento provinciale), e i due coordinatori regionali del partito di Carlo Calenda, Francesco Italia e GianGiacomo Palazzolo.

«Ci sono 5mila famiglie – scrivono in una nota – che dimostrano come la parola eccellenza in sanità esista e in Sicilia trovi un perfetto sinonimo in Nemo Sud. Non si spiega, però, come una realtà possa essere osannata ieri e abbandonata oggi, lasciandola chiudere nel silenzio generale. E ci sono promesse puntualmente disattese che rendono la sopravvivenza di  questo Centro un costante punto interrogativo. Ancora oggi la mancata firma del protocollo d’intesa tra il Nemo, l’IRCCS e la Regione Siciliana non appare come un semplice ritardo ma fa suonare un importante campanello d’allarme. Siamo fermamente consapevoli che da oltre due anni gli attacchi sferrati nella direzione di questa realtà clinica siano stati continui e certamente non casuali, ma sarebbe quantomeno opportuno che, finalmente, qualche maschera venisse giù, e le responsabilità fossero portate a galla».

«Ebbene – proseguono – la denuncia della UIL rappresenta solo un capitolo nella saga che questo centro sanitario ha vissuto fino ad oggi. E, in considerazione del fatto che si tratta di una realtà privata, ente senza fini di lucro, di un polo che è punto di riferimento per Sicilia e Calabria, che è l’unico presidio nel quale viene somministrato il farmaco genico Zolgensma, e che è paradossale e ridicolo che la sua governance debba combattere per la sopravvivenza (a Messina, mentre altrove i centri Nemo vivono e prosperano integrando il servizio sanitario pubblico con le loro risorse), è inevitabile credere ci sia, alle nostre latitudini, qualche specificità per cui si crea un cortocircuito la cui fonte va indiscutibilmente trovata e messa in luce».

«Allora – continuano gli esponenti di Azione Sicilia –, a tutti coloro i quali hanno beneficiato di visibilità positiva (tra sfilate e passerelle preelettorali), fotografandosi tra i corridoi di quel presidio nel quale si cerca, da 10 anni, di dare cure, riabilitazione e anche un’umanità non comune a pazienti affetti da patologie neuromuscolari e i loro caregiver, ci sentiamo di chiedere che diamine abbiamo fatto e stiano facendo quegli stessi “amici di Nemo” per evitare che arrivi la notizia della chiusura definitiva. Migliaia di pazienti stanno per rimanere orfani di assistenza specifica, e lavoratori a spasso. Stralciarsi le vesti a disastro avvenuto non serve a nessuno e non farà dimenticare le responsabilità di chi ne ha e ha avute. A partire dalla Regione Siciliana, fino all’Università degli Studi di Messina e il Policlinico Universitario. Sarebbe utile comprendere come questi ultimi abbiano potuto perdere un’opzione sul Centro».

«Tanto perché sia chiaro a tutti! – concludono. E deve esserlo perché la chiusura del Nemo riguarda tutti. E anche quali siano le ragioni di scelte manageriali dell’Università e del Policlinico è questione che interessa tutti, e della quale dar ragione a tutti, trattandosi di enti pubblici, di modo anche da portare finalmente l’ovvia trasparenza su una questione di pubblico interesse e che sembra consumarsi sempre e solo a porte sigillate. Chi risponderà alle domande che oggi sono al centro della vicenda? Chi farà queste domande? Chi interverrà?».

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