C’è un posto, non molto lontano da Messina, che si chiama Castroreale. Un antico borgo medievale – tra i più belli d’Italia – con affaccio sulle Isole Eolie. Approfittiamo della zona gialla, saliamo sul treno – destinazione Barcellona – e dopo 40 minuti circa arriviamo in stazione dove ci aspetta Stefania Sottile, una giovane creativa pendolare, che vive proprio a Castroreale.
Stefania ci fa da guida e ci conduce lì dove Enrico Rampi insieme alla sorella Grazia e al resto della famiglia ha dato vita a Contrada Crizzina, azienda agricola nata a novembre del 2017. La famiglia Rampi da Milano ha deciso di trasferirsi in Sicilia, per ritrovare il tempo che – talvolta, in una metropoli – sembra perduto.
«Il progetto che io e la mia famiglia abbiamo messo in piedi – racconta Enrico – era una costante. Sin da piccolini venivamo qui dai bisnonni che avevano un antico frantoio, dei terreni e si passava tutta l’estate nella terra».
Da Milano a Castroreale per amore della terra
La famiglia Rampi insieme all’azienda agricola, sta realizzando un bioparco, per dare a tutti la possibilità di rigenerarsi, immersi nella natura. «Quando tornavo a Milano – continua Enrico – mi rimaneva lo sconforto di non essere riuscito a fare tutto quello che avrei voluto fare. Per esempio, si iniziavano a potare gli ulivi e si lasciavano a metà. Si sistemava la vigna e si lasciava a metà.
Erano momenti di felicità nello svolgere dei lavori, magari anche pesanti, ma molto lontani dalla frenesia della città. Lontani dalle regole ferree che ti impongono di lavorare. Lavori ma quei soldi che guadagni non vengono spesi in benessere, non vengono spesi in felicità. Venivano spesi nella routine, nel tragitto per andare a lavoro, per fare la spesa. Anche mio padre nato e cresciuto a Milano, ha deciso di acquistare il terreno. Tutta la famiglia ha fatto banca. Abbiamo fatto questa scelta».
Sbagliando si impara
Enrico che a Milano si occupava di impianti sportivi, di scelte ne ha dovute fare tantissime arrivando a Castroreale. «Parte dell’investimento è stato nell’acquisizione del know-how, tantissime prove ed errori. Uno non nasce agricoltore, dopo una serie di prove ed errori oggi l’azienda si sta districando tra quello che è possibile e quello che più complicato.
Non mi spaventa nulla, oggi dopo tre anni quello che sento è che in effetti il desiderio di fare è una cosa, le capacità di realizzare quello che uno pensa hanno bisogno di molto tempo, servono tempo e risorse. Gestire è una cosa importante ma qui mi è venuto in aiuto il mio vecchio lavoro».
A Castroreale sta per nascere un bioparco
Mentre Enrico racconta il suo progetto, continuiamo a camminare per gli 8 ettari di terreno, dove si sta lavorando per dare vita al bioparco. «Sono 8 ettari in piano orizzontale, considerando anche le pendenze, sono anche 10. Il bioparco è un luogo dove le persone possono passeggiare incontrando elementi naturali. In questo caso, il bioparco è un percorso di 2,4 km che si articola all’interno della tenuta e incontra diverse stazioni. Il percorso si potrà fare in mountain bike o a piedi». Percorriamo il sentiero tra erbe selvatiche, cardi e quella flora che in città non si riesce a osservare. Ci meravigliamo davanti a un albero di ciliegio e alle api e tutto sembra più semplice.
In Contrada Crizzina si respira aria buona, tra le ginestre, le coltivazioni di pomodoro, Nino, Pupa e Scirocco, gli asini di Enrico che incontriamo durante la passeggiata. «Qui non ho ansia da prestazione, Milano è una città bellissima ma non riesco a viverci. Di Castroreale, invece, cambierei l’atteggiamento delle persone, che hanno smesso di sognare. A Milano c’è una competizione tale che o sei il più bravo di tutti oppure sei semplicemente un ingranaggio di una macchina molto più grande di te. Qua invece si parte da zero. La Sicilia ha una marcia in
più, dal punto di vista storico, ambientale ed enogastronomico, qua hai ancora la possibilità di dire la tua».
Bonus track
Stefania ci porta tra le viuzze di Castroreale, a breve verranno inaugurate le porte realizzate da lei e Simone Allegra per un progetto di riqualificazione urbana. Ma questa è un’altra storia.
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