Al Retronouveau di Messina si torna a suonare per “L’Ultimo Concerto”

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Sabato 27 febbraio, alle 21.00, si suona di brutto. Oltre 130 live club d’Italia, infatti, aderiscono a L’Ultimo Concerto. L’iniziativa, lanciata da Keep On Live, AssoMusica – Associazione Italiana Organizzatori e Produttori Spettacoli di Musica dal Vivo, Arci e Live DMA, nasce per evidenziare la difficile situazione che i live club – a causa della pandemia – stanno vivendo ormai da un anno.

Elio e le Storie Tese, Manuel Agnelli e Rodrigo d’Erasmo, Max Collini, The Zen Circus e moltissimi altri nomi della musica italiana torneranno – finalmente – a suonare dal vivo. Il pubblico potrà seguire le live performance gratuitamente e online sul sito ufficiale de L’Ultimo Concerto. A Messina a salire sul palco del Retronouveau, unico live club della città, sarà Mūn. «Un artista – si legge sui social – da sempre legato alla storia del Retronouveau di Messina».

L’Ultimo Concerto?

Già in Spagna a novembre, moltissime realtà del comparto cultura avevano dato vita a L’Ultimo Concerto. Iniziativa arrivata anche in Italia, dopo la manifestazione dei Bauli a Piazza Duomo a Milano. Da lì si erano mobilitati anche i teatranti.

Il 28 gennaio poi è toccato ai live club che hanno – in maniera simultanea – pubblicato l’immagine di un grosso punto interrogativo, diventato poi il simbolo de L’Ultimo Concerto.

«La foto – si legge nel manifesto dell’iniziativa – indica l’anno di nascita e il 2021 a suggerire un possibile anno di chiusura. Sono le immagini delle facciate, dei palchi, delle porte di ingresso, che negli anni, per tutti gli appassionati, hanno rappresentato la via di accesso a un concerto, a un evento, a un’emozione condivisa, a un’esperienza vissuta con attesa e spensieratezza.

Il 2020 ha segnato la chiusura obbligata di tutte queste realtà, imposta dalla grande emergenza sanitaria globale. Risalgono, infatti, a febbraio di un anno fa i primi concerti rimandati, con ingenua fiducia di pochi mesi, e poi mai più recuperati.

La musica dal vivo è uno degli elementi fondamentali per la crescita degli artisti e del mondo della musica.
Non solo. L’ascolto della musica, la partecipazione agli eventi live, l’incontro con musiche di ogni tipo, sono fondamentali per la crescita culturale delle persone e sostengono processi di coesione sociale. I live club, siano essi sale private o circoli, giocano un ruolo di primo ordine in questo contesto».

La musica non è un hobby

La musica non è un passatempo ma una professione con un volume d’affari – riprendendo i dati dell’osservatorio annuale SIAE 2019, riportati da L’Ultimo Concerto – pari a quasi 1 miliardo di euro e secondo settore, dopo il cinema, per numero di spettacoli (385.000) e numero di ingressi e presenze (53 milioni) fra spettacoli di musica leggera, i cosiddetti concertini e gli spettacoli all’aperto.

«Fino ad oggi, non è mai stato riconosciuto il valore e il ruolo di questi spazi, al pari di quello che avviene, invece, per i cinema e i teatri. Per questo, mentre ci interroghiamo sull’ultimo concerto, immaginiamo come sarà e se ci sarà il Prossimo Concerto.

Per questo riteniamo che:

  • è assolutamente necessario definire urgenti misure di blocco delle imposte e un sistema di compensazione economica proporzionale al livello di impatto che il settore ha subito in questi 12 mesi e nei mesi a venire;
  • è urgente un riconoscimento valoriale e istituzionale della categoria dei Live Club come sale spettacolo per la musica contemporanea dal vivo con pari dignità di cinema e teatri, come già avviene in altri paesi europei, permettendo di accedere ad agevolazioni e misure di sostegno stabili.

La possibilità di fruire, relazionarsi, arricchirsi socialmente e culturalmente non è solo un’esigenza che una gran parte della popolazione ha nei diversi momenti della vita ma anche un servizio culturale e un diritto essenziale di cittadinanza che deve essere garantito».

 

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