L’Ordine dei giornalisti, insieme all’Associazione Libera, al Centro Sperimentale-Scuola di Cinema della Sicilia e la Strada degli scrittori, celebrano Mario Francese, giornalista palermitano ucciso da Cosa Nostra il 26 gennaio 1979 e il figlio Giuseppe, che nel 2002 si tolse la vita. L’evento si svolgerà il 6 febbraio in streaming.
Ad aprire l’appuntamento dedicato a Mario e Giuseppe, sarà Giulio Francese, figlio di Mario e attuale Presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia. Insieme a lui, tra gli altri, anche il collega Gaetano Savatteri e il fondatore della Strada degli scrittori Felice Cavallaro.
Chi erano Mario e Giuseppe Francese
Mario nasce a Siracusa e all’età di 15 anni si trasferisce a Palermo. Negli anni ’50 inizia prima a lavorare per l’Ansa, diventa corrispondente de “La Sicilia” e poi al “Giornale di Sicilia” dove si occupa di cronaca giudiziaria. Tra le sue inchieste su mafia e appalti pubblici, da ricordare quella sulla Diga Garcia nella valle del Belice. Mario Francese è stato il primo giornalista a intervistare Ninetta Bagarella, moglie di Totò Riina.
La sera del 26 gennaio 1979, Mario Francese venne assassinato davanti la sua abitazione. Il processo venne inizialmente archiviato, ma grazie alla forza di volontà del figlio Giuseppe venne riaperto.
Il 10 maggio 2000 iniziò il processo, svoltosi con rito abbreviato, e l’11 aprile 2001 vennero condannati a 30 anni Totò Riina, Francesco Madonia, l’esecutore materiale Leoluca Bagarella, Antonino Geraci, Giuseppe Calò, Michele Greco e Giuseppe Farinella.
Nella sentenza veniva scritto a proposito del giornalista: “una straordinaria capacità di operare collegamenti fra i fatti di cronaca più significativi, di interpretarli con coraggiosa intelligenza, e di tracciare così una ricostruzione di eccezionale chiarezza e credibilità sulle linee evolutive di Cosa Nostra, in una fase storica in cui oltre a emergere le penetranti e diffuse infiltrazioni mafiose nel mondo degli appalti e dell’economia, iniziava a delinearsi la strategia di attacco di Cosa Nostra alle istituzioni”.
Nonostante la vittoria giudiziaria, Giuseppe Francese si tolse la vita nella notte tra il 2 e il 3 settembre 2002.
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