foto in bianco e nero di giovanna giordano, scrittrice siciliana, vissuta a messina, candidata al premio nobel per la letteratura

Giovanna Giordano, quattro chiacchiere con la scrittrice siciliana candidata al Nobel 

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La letteratura è il suo pane quotidiano, ha studiato al Liceo Classico Maurolico di Messina e ha scritto quattro libri e centinaia di articoli e reportage: è l’identikit della giornalista e scrittrice Giovanna Giordano, candidata al premio Nobel 2020. La notizia le ha lasciato addosso una sensazione di imbarazzo e di euforia, ma anche un’“energia vitale sorprendente”, tanto che ha cominciato a scrivere il suo nuovo romanzo, una storia ambientata nella città dello Stretto, su cui mantiene però un certo riserbo.

Giovanna Giordano è nata a Milano, ma i suoi genitori sono entrambi di Messina, e adesso fa la spola tra la città dello Stretto e Catania. Nei suoi libri, la Sicilia è sempre l’origine di storie e avventure che le hanno fatto guadagnare una proposta di candidatura al Nobel da parte di un’Università della Svezia. Domani, giovedì 8 ottobre, l’Accademia di Stoccolma assegnerà il premio per la Letteratura.

Giovanna Giordano, la scrittrice siciliana candidata al Nobel per la Letteratura

Dottoressa Giovanna Giordano, partiamo dalla notizia del momento: lei è candidata al Nobel per la Letteratura 2020. Come l’ha saputo?

«Ho ricevuto una comunicazione autorevole, indiscutibile. A candidare gli autori sono spesso gli svedesi, ma possono farlo anche enti internazionali come l’Accademia dei Lincei. Io sono stata candidata da una Università svedese. Gli scrittori che sanno della candidatura possono dirlo, anche se i nomi sono spesso secretati dall’accademia stessa.

Di solito queste notizie trapelano a settembre. Ho convissuto con questo segreto per un po’ di tempo. Ma sono molto legata ai miei lettori, scrivo per i miei lettori, quindi ho ritenuto necessario comunicarlo a chi mi ha letta e mi segue e libera la propria fantasia attraverso le mie pagine».

Come si è sentita quando gliel’hanno comunicato?

«C’è una sensazione di imbarazzo e di euforia. Questo riconoscimento per i miei libri che sono fluidi e avvincenti, ma anche, per così dire, un po’ datati, mi ha dato una carica e un entusiasmo fortissimi. Cioè, se la sorte m’aiuta sono pronta a scrivere per altri 50 anni. È come aver ricevuto un carburante eccezionale, un’energia vitale sorprendente. Ma con questo, non mi vanto, perché ci sono scrittori tanto più bravi di me. Eppure sono tra questi 300 candidati del pianeta».

Chi è stata la prima persona a cui l’ha detto?

«La prima persona a cui l’ho detto? La mia gatta».

Per quel che riguarda l’ambito letterario, chi sono i suoi maestri?

«Da bambina mi sono nutrita delle fiabe di Italo Calvino e dell’Odissea. Ho sempre amato i classici, non è un caso che la mia formazione sia avvenuta tra i banchi del liceo classico Maurolico di Messina, al quale devo molto. Devo molto al mio professore Orazio Novarese, al professore di Filosofia Giuseppe Giorgianni. Devo dire grazie anche a loro. Poi naturalmente sono una lettrice onnivora, ho letto tantissimo, la mia biblioteca è sterminata. E naturalmente, tra i siciliani, non posso vivere senza Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Salvatore Quasimodo e Gesualdo Bufalino. Sono stata amica e vicina, anche se ero ragazzina, sia di Bufalino che di Sciascia. Frequentavo la casa di Vincenzo Consolo a Milano».

La Sicilia è sempre molto presente nei suoi libri, molti dei suoi protagonisti sono viaggiatori ma partono da qui. Come mai questa scelta?

«Non credo che la Sicilia sia il centro del mondo, ma dalla Sicilia partono immense storie. Non è un caso che Ulisse sia passato da qua. Non è un caso che Don Giovanni d’Austria sia partito da Messina per la Battaglia di Lepanto e che Cervantes sia passato da Messina. Qui, in questo angolo di mondo, partono delle storie incredibili. È incredibile che ci sia stata la Fata Morgana, che Vulcano avesse la sua fucina nell’Etna, che Eolo abbia avuto il suo palazzo a Lipari. Nulla succede per caso, anche nella letteratura».

So che sta scrivendo un nuovo romanzo, può darci qualche anticipazione?

«Anche questo è un romanzo che parte da Messina, perché Messina per me è un luogo fortissimo per l’immaginario. La storia che sto scrivendo, parte da Messina negli anni ’20, si tratta in buona parte avventure sul mare».

Manca poco ormai all’annuncio del Nobel per la letteratura, come si sente?

«Guardi, è già una cosa astronomica essere candidata. Mi auguro, com’è giusto, che vinca il migliore. Mio nonno, di Gesso, Placido Grillo, mi ha sempre detto che io, da bambina, dovevo frequentare i migliori di me. E come vede ci sono».

I libri di Giovanna Giordano

Giovanna Giordano ha scritto quattro libri. Il suo primo romanzo “Cina cara io ti canto” l’ha portata tra i finalisti del Premio Calvino nel 1991. Gli altri suoi lavori, tutti editi da Marsilio, sono: “Trentaseimila giorni”, vincitore del Premio Racalmare Sciascia; “Un volo magico”, tradotto in Germania da Lübbe; “Il mistero di Lithian” insignito del Premio Sciascia nel 2004 e presentato al Premio Strega 2005.

(Foto © Carmelo Bongiorno)

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