Lillo Oceano, segretario generale della Cgil di Messina, interviene sul problema mensa scolastica, sulla proposta dell’amministrazione comunale di mense autogestite evidenziandone limiti e conseguenze, sociali e politiche.
“Il Sindaco Accorinti, all’atto dell’insediamento, ha tenuto a rimarcare che sarebbe stato il sindaco di tutti, a partire dagli ultimi – scrive Oceano – Abbiamo trovato quell’impegno importante, oltre che suggestivo.
Queste parole, questa idea hanno avuto, per chi come noi ritiene importante ribadire i valori dell’uguaglianza e della giustizia sociale, un forte impatto.
L’impegno per gli ultimi se affrontato dal versante istituzionale, quale quello di chi amministra un importante Ente locale, significa compiere scelte generali orientate a principi ben precisi che sono alla base della nostra Costituzione.
Sulla vicenda della mensa scolastica riteniamo che l’atteggiamento assunto dall’Amministrazione non sia coerente con quell’impegno e con quei valori.
La Mensa scolastica è la principale voce di spesa del Comune di Messina negli stanziamenti che l’Ente destina all’Istruzione, cioè alla possibilità per i nostri figli di poter fruire, tra laltro, del tempo prolungato e di una idonea formazione. Ma non solo. La Mensa scolastica costituisce anche unimportante opportunità per molte famiglie, da diversi punti di vista. Innanzitutto per quelle famiglie che avendo serie difficoltà economiche hanno potuto contare sinora, almeno una volta al giorno, su un pasto adeguato per i propri figli. Con la Mensa, il tempo prolungato costituisce un luogo di socializzazione ulteriore e di crescita culturale e umana per i bambini. Stare a scuola è meglio che restare soli a casa o per strada. Il tempo prolungato costituisce inoltre una necessità per molte donne che lavorano. Senza tempo prolungato i nostri figli perdono, nel solo ciclo della scuola elementare, ben due anni di lezione.
Queste sono alcune delle ragioni per le quali riteniamo che si debbano compiere tutti gli sforzi per garantire la continuità del servizio.
Non ci convincono le obiezioni che l’Amministrazione avanza, come non ci convincono le soluzioni alternative.
Non ci convince lobiezione sulle risorse economiche: è vero che i comuni hanno subito tagli importanti da parte dello Stato e della Regione; è vero che il Comune ha una condizione di pre-dissesto; è vero che ci sono responsabilità delle Amministrazioni precedenti. Tuttavia è anche vero che con tutta la spesa per la Mensa scolastica il Comune di Messina destina solo poco più del 4% del proprio Bilancio alla spesa per Istruzione, molto meno di tanti altri comuni, anche siciliani. Pensare di comprimere ulteriormente tale voce di spesa costituirebbe un errore e uningiustizia. Inoltre sarebbe in continuità con quelle scelte che invece di eliminare gli sprechi, riducono i servizi ai cittadini e il sistema di welfare.
Non ci convince l’obiezione sulla compartecipazione al costo. La legge prescrive che i cittadini compartecipino al costo dei servizi a domanda individuale, qual è il servizio di Mensa ed giusto rispettare la norma. Bisogna tuttavia individuare soluzioni differenti da quelle individuate per coprire il costo per le famiglie che hanno diritto all’esenzione senza aumentare in maniera irragionevole il ticket per tutti gli altri.
Non ci convincono le soluzioni perché caricare sulle spalle dei genitori lintero costo della Mensa scolastica significa fare una scelta nella quale si determinano discriminazioni evidenti tra chi può e chi non può, tra chi ha e chi non ha, a svantaggio delle famiglie economicamente più deboli. Non riteniamo neppure di dover considerare la ipotesi ventilata da più parti di un pranzo al sacco: sarebbe inaccettabile trovarsi in una condizione nella quale le differenze sociali diventano status anche nella refezione di una scuola pubblica per decisione dellAmministrazione comunale.
Non ci convince l’ipotesi di scaricare la responsabilità e lonere dellorganizzazione della Mense su ogni singola scuola: significa la rinuncia dell’Amministrazione a svolgere un ruolo che la legge le demanda e che serve ad assicurare parità di condizioni a tutti i bambini, a tutte le famiglie della città.
Infine non ci convince la rassegnazione con la quale ci si arrende all’ineluttabilità della perdita di cento posti di lavoro diretti tra gli operatori della Mensa, e degli altri posti tra i lavoratori della scuola che si perderanno con il ridimensionamento del servizio di mensa o, addirittura la sua cancellazione.
Insomma, il servizio di Mensa scolastica è fondamentale per assicurare uguaglianza, giustizia sociale, istruzione ai nostri figli, riducendo o annullando, almeno nelle opportunità, la condizione dei bambini messinesi rispetto alla possibilità di formarsi culturalmente e socialmente.
A questa Amministrazione chiediamo di modificare una decisione che sembra presa, ma che è sbagliata perché danneggia soprattutto chi ha di meno, oltre al nostro futuro. Chiediamo, anche per i servizi di Welfare, uno sforzo di fantasia, ma nella direzione della giustizia sociale, rimuovendo – come afferma lArt 3 della Costituzione gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
Queste parole, questa idea hanno avuto, per chi come noi ritiene importante ribadire i valori dell’uguaglianza e della giustizia sociale, un forte impatto.
L’impegno per gli ultimi se affrontato dal versante istituzionale, quale quello di chi amministra un importante Ente locale, significa compiere scelte generali orientate a principi ben precisi che sono alla base della nostra Costituzione.
Sulla vicenda della mensa scolastica riteniamo che l’atteggiamento assunto dall’Amministrazione non sia coerente con quell’impegno e con quei valori.
La Mensa scolastica è la principale voce di spesa del Comune di Messina negli stanziamenti che l’Ente destina all’Istruzione, cioè alla possibilità per i nostri figli di poter fruire, tra laltro, del tempo prolungato e di una idonea formazione. Ma non solo. La Mensa scolastica costituisce anche unimportante opportunità per molte famiglie, da diversi punti di vista. Innanzitutto per quelle famiglie che avendo serie difficoltà economiche hanno potuto contare sinora, almeno una volta al giorno, su un pasto adeguato per i propri figli. Con la Mensa, il tempo prolungato costituisce un luogo di socializzazione ulteriore e di crescita culturale e umana per i bambini. Stare a scuola è meglio che restare soli a casa o per strada. Il tempo prolungato costituisce inoltre una necessità per molte donne che lavorano. Senza tempo prolungato i nostri figli perdono, nel solo ciclo della scuola elementare, ben due anni di lezione.
Queste sono alcune delle ragioni per le quali riteniamo che si debbano compiere tutti gli sforzi per garantire la continuità del servizio.
Non ci convincono le obiezioni che l’Amministrazione avanza, come non ci convincono le soluzioni alternative.
Non ci convince lobiezione sulle risorse economiche: è vero che i comuni hanno subito tagli importanti da parte dello Stato e della Regione; è vero che il Comune ha una condizione di pre-dissesto; è vero che ci sono responsabilità delle Amministrazioni precedenti. Tuttavia è anche vero che con tutta la spesa per la Mensa scolastica il Comune di Messina destina solo poco più del 4% del proprio Bilancio alla spesa per Istruzione, molto meno di tanti altri comuni, anche siciliani. Pensare di comprimere ulteriormente tale voce di spesa costituirebbe un errore e uningiustizia. Inoltre sarebbe in continuità con quelle scelte che invece di eliminare gli sprechi, riducono i servizi ai cittadini e il sistema di welfare.
Non ci convince l’obiezione sulla compartecipazione al costo. La legge prescrive che i cittadini compartecipino al costo dei servizi a domanda individuale, qual è il servizio di Mensa ed giusto rispettare la norma. Bisogna tuttavia individuare soluzioni differenti da quelle individuate per coprire il costo per le famiglie che hanno diritto all’esenzione senza aumentare in maniera irragionevole il ticket per tutti gli altri.
Non ci convincono le soluzioni perché caricare sulle spalle dei genitori lintero costo della Mensa scolastica significa fare una scelta nella quale si determinano discriminazioni evidenti tra chi può e chi non può, tra chi ha e chi non ha, a svantaggio delle famiglie economicamente più deboli. Non riteniamo neppure di dover considerare la ipotesi ventilata da più parti di un pranzo al sacco: sarebbe inaccettabile trovarsi in una condizione nella quale le differenze sociali diventano status anche nella refezione di una scuola pubblica per decisione dellAmministrazione comunale.
Non ci convince l’ipotesi di scaricare la responsabilità e lonere dellorganizzazione della Mense su ogni singola scuola: significa la rinuncia dell’Amministrazione a svolgere un ruolo che la legge le demanda e che serve ad assicurare parità di condizioni a tutti i bambini, a tutte le famiglie della città.
Infine non ci convince la rassegnazione con la quale ci si arrende all’ineluttabilità della perdita di cento posti di lavoro diretti tra gli operatori della Mensa, e degli altri posti tra i lavoratori della scuola che si perderanno con il ridimensionamento del servizio di mensa o, addirittura la sua cancellazione.
Insomma, il servizio di Mensa scolastica è fondamentale per assicurare uguaglianza, giustizia sociale, istruzione ai nostri figli, riducendo o annullando, almeno nelle opportunità, la condizione dei bambini messinesi rispetto alla possibilità di formarsi culturalmente e socialmente.
A questa Amministrazione chiediamo di modificare una decisione che sembra presa, ma che è sbagliata perché danneggia soprattutto chi ha di meno, oltre al nostro futuro. Chiediamo, anche per i servizi di Welfare, uno sforzo di fantasia, ma nella direzione della giustizia sociale, rimuovendo – come afferma lArt 3 della Costituzione gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
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