Messina. Dura e schietta replica dei consiglieri dell’area PD alle dichiarazioni di Cambiamo Messina dal Basso riguardo la richiesta di chiarimenti sul futuro nel caso MessinAmbiente-MessinaServizi Bene Comune.
Il presunto accoglimento da parte del Consiglio Comunale a seguito delle richieste effettuate dal movimento CMDB – in tema di applicabilità della c.d. “Legge Madia” (L. 175/2016) sul caso della gestione dei rifiuti – sarebbe da ritenersi infondato e«ingeneroso».
La nota dei consiglieri di centro-sinistra non si limita, però, a smentire la “paternità” della richiesta di chiarimenti ma addita la precedente Amministrazione come responsabile politica di una situazione che l’attuale Consiglio Comunale è «oggi costretto a dover correggere con grande senso di responsabilità».
Riportiamo di seguito – per intero – il contenuto della nota sottoscritta dai consiglieri Alessandro Russo, Antonella Russo, Massimo Rizzo, Felice Calabrò, Libero Gioveni, Biagio Bonfiglio e Nello Pergolizzi.
“La richiesta di ulteriore parere circa l’applicabilità della necessità di esternalizzazione dei servizi di igiene cittadina prevista dall’art. 14, comma 6 della L. 175/2016 a MSBC approvata ad unanimità dall’Aula consiliare nella seduta di ieri sera segue un ragionamento politico molto articolato e non estemporaneo che i Gruppi consiliari hanno iniziato già in fase di discussione in aula delle delibere del c.d. “Piano Salva Messina”, nel novembre scorso. Non deve sfuggire infatti al Movimento che la richiesta di parere formulata dal Sindaco alla Sezione Consultiva della Corte dei Conti della Regione Siciliana è stata trasmessa a seguito dell’approvazione di una mozione consiliare che “cristallizzava” al chiesto parere l’eventuale ulteriore passaggio della messa in liquidazione di MSBC, che invece era fortemente voluta dal Sindaco e dall’Amministrazione.
L’ordine del giorno di ieri, preso atto della non adeguata formulazione del primo parere alla Corte dei Conti, ribadisce la necessità di operare con responsabilità e con ragionevolezza nella delicata vicenda di MSBC, chiedendo, pertanto, al Sindaco di formulare ulteriore richiesta di parere al CGARS, chiedendo di approfondire la effettiva sussistenza del requisito della gestione diretta in house providing anche di MessinAmbiente S.p.A., precondizione essenziale perché si possa applicare la “Legge Madia” anche a MSBC; inoltre, demanda all’Amministrazione di valutare se procedere o meno con le assunzioni attualmente in atto nelle varie partecipate del Comune di Messina onde tutelare potenzialmente la forza lavoro di MSBC nel caso di una sua liquidazione.
Come si evince da quanto sopra, la richiesta di convocazione straordinaria di Consiglio sottoscritta una settimana fa trasversalmente dalle forze politiche consiliari dimostra che la consapevolezza sulla necessità di intervenire su questo tema era ben presente da ben prima del comunicato di Cambiamo Messina Dal Basso: ci sembra ingeneroso nei confronti di questo Consiglio attribuirsi paternità di scelte politiche ampiamente anticipate su questo tema.
Aggiungiamo che appare almeno inopportuno – se non grottesco – che tali presunti “risultati” se li intestino i responsabili politici della situazione attuale della gestione dell’igiene urbana, che oggi siamo costretti a dover correggere con grande senso di responsabilità. La Giunta precedente è responsabile politicamente del fallimento del concordato di MessinAmbiente avvenuto a novembre scorso e di cui oggi paghiamo le conseguenze, così come del ripiano dei debiti di MessinAmbiente a partire dal 2013 che, ben lungi dall’essere stato effettuato, si è sempre più aggravato fino alla dichiarazione di fallimento. Sempre della precedente Giunta non si può tacere l’ulteriore inutilità della scelta di operare il soccorso finanziario, che ha disperso inutilmente risorse pubbliche, e della transazione con ATO3, anch’essa finita in una bolla di sapone, e che è una delle principali cause della attuale situazione di MSBC.
Riteniamo che le scelte sbagliate del recente passato verranno a breve al pettine, innegabili. Cercare di costruire una lettura dei fatti e delle circostanze di comodo, acriticamente rispetto al riconoscimento delle proprie parti di responsabilità nelle vicende, ci sembra inopportuno e sbalorditivo”.
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