Il Calendario Ambientale 2019, online e scaricabile gratuitamente, punta i riflettori sul cambiamento climatico e sul rischio desertificazione in Sicilia fornendo un quadro poco rassicurante per il futuro dell’Isola.
Il calendario, realizzato dall’Associazione Centro Educazione Ambientale (CEA) Messina e Ramarro Sicilia grazie agli studi offerti da tesisti e stagisti dell’Università di Catania, attraversa la storia climatica del ‘900 siciliano raffigurandone le diverse tappe. Ogni mese, infatti, è rappresentato da una mappa della Sicilia all’interno della quale è possibile leggere le condizioni ambientali dell’Isola in un determinato lasso di tempo.
In particolare, sono stati esaminati il rischio desertificazione e la “qualità climatica” della regione nel corso del XX secolo dando, inoltre, un quadro di come la situazione potrebbe cambiare di qui al 2030 secondo gli studi della Nasa. Stando alle previsioni, il quadro per quel che riguarda non sembra dei migliori. A non essere “minacciato” dalla desertificazione è solo il 4,7% del territorio siciliano, un rischio potenziale esiste per 2,1% dell’isola, mentre buona parte della regione, il 53,7% registra una criticità elevata.
Di seguito le “classi di sensibilità desertificazione” (previsione per il 2030):
- Non minacciato: 4,7%;
- Potenziale: 2,1%;
- Fragile 1: 1,7%;
- Fragile 2: 6,7%;
- Fragile 3: 5,8%;
- Critico 1: 2,6%;
- Critico 2: 19,6%;
- Critico 3: 53,7%.
Sfogliando già adesso il calendario è possibile, inoltre, avere un quadro dei livelli di siccità e di aridità registrati lungo tutto il ‘900 in Sicilia. Infine, novembre e dicembre sono dedicati a due importanti parchi dell’Isola: il Parco regionale dei Nebrodi e il Parco regionale dell’Etna.
Legenda mesi
Pubblichiamo, di seguito, l’indice dei mesi fornito dall’Associazione Centro Educazione Ambientale (CEA) Messina onlus:
- Gennaio – Rischio desertificazione in Sicilia nella prima metà del XX secolo;
- Febbraio – Qualità climatica in Sicilia nella prima metà del XX secolo;
- Marzo – Rischio desertificazione in Sicilia nella seconda metà del XX secolo;
- Aprile – Qualità climatica in Sicilia nella seconda metà del XX secolo;
- Maggio – Rischio desertificazione in Sicilia nel 2030 (previsione su dati della NASA);
- Giugno – Qualità climatica in Sicilia nel 2030 (previsione su dati della NASA);
- Luglio – Siccità in Sicilia. Intensità (a) e Durata in mesi (b) nella prima metà del XX secolo, Intensità (c) e Durata in mesi (d) nella seconda metà del XX secolo;
- Agosto – Aridità in Sicilia. Intensità (a) e Durata in mesi (b) nella prima metà del XX secolo, Intensità (c) e Durata in mesi (d) nella seconda metà del XX secolo;
- Settembre – Variazione del rischio desertificazione nei territori comunali della Sicilia fra prima e seconda metà del XX secolo;
- Ottobre – Variazione del rischio desertificazione nei territori comunali della Sicilia fra seconda metà del XX secolo e l’anno 2030 (previsione);
- Novembre – Rischio desertificazione nei territori del Parco regionale dei Nebrodi nella prima (a) e seconda metà del XX secolo (b) e delle Madonie (c, d);
- Dicembre – Rischio desertificazione nei territori del Parco regionale dell’Etna nella prima (a) e seconda metà del XX secolo (b) e dei Sicani (c, d).
I rischi del cambiamento climatico
Questa ottava edizione del Calendario Ambientale – scaricabile qui – è stata dedicata al cambiamento climatico e al rischio di desertificazione in Sicilia perché, come ha spiegato l’Associazione: «Si tratta di una realtà che sta colpendo persone, comunità, ecosistemi. I segnali sono sempre più numerosi. Dall’aumento del livello dei mari, alla fusione dei ghiacci artici, alle modificazioni delle correnti marine, alle ondate di calore ai fenomeni alluvionali sempre più frequenti».
«Il cambiamento climatico – ha concluso – sta provocando sempre più vittime e disagi. L’ultimo rapporto dell’IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) auspica che il riscaldamento globale del pianeta non superi 1,5°C. Da anni ascoltiamo tanti buoni propositi a parole, ma rileviamo poche azioni e ancor meno risultati per cercare di evitare i fenomeni più catastrofici».
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