Il Palazzo ferve. Bisbigli, sussurri, dinamiche di partiti celate ( alcune strategicamente esposte), sospette spaccature, intese e ‘divorzi’, al Comune di Messina c’è gran fermento. Tanto come mai. La sfiducia ha destato il ‘can che dormiva’, e persino chi per 3 anni e mezzo è stato ‘panza e presenza’ a Palazzo Zanca, da qualche giorno c’è.
E tra bisbigli e sussurri, si appalesano modifiche in giunta e in Consiglio comunale. Il tutto, ovvio, dopo il 15 febbraio, giorno in cui l’aula deciderà sulla mozione di sfiducia ( sulla cui bocciatura ormai sono in molti a scommettere).
Poi, superata quella che ormai appare quasi una pantomima, si passerà alla nomina del nuovo assessore al Bilancio, sulla quale pare ci siano molte difficoltà per reperire il nome giusto al posto giusto. Nelle ultime ore era stato fatto quello di una docente universitaria, ma pare che sia già stato escluso. Comincia, però, a farsi strada l’ipotesi di una rimodulazione delle deleghe, con Signorino che ‘torna finalmente a casa’ dopo la parentesi Eller.
Altro assessorato in bilico, dicono sia quella di Daniela Ursino. La vulcanica componente di giunta, infatti, mai gradita da Cambiamo Messina dal basso, potrebbe cedere la poltrona a ‘qualcuno’ che proviene dal Teatro. Mentre proprio da CMdB potrebbe arrivare un nuovo assessore, magari al posto del ‘rimodulato’ Signorino. Era stato ventilato il nome di Ivana Risitano, ma, per quanto lei si sia dichiarata poco interessata, pare che Sergio De Cola e Antonio Le Donne non la vogliano in giunta. Non ci sarebbero ostacoli, invece, per Alagna e Fenech.
Gran fermento al Palazzo, tra intese segrete e pubbliche fratture.
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Menomale che siamo quasi al termine di questa allucinante legislatura