Il teatro “entra” nel carcere di Gazzi con il progetto “Ali per un racconto”

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Quindici detenuti di alta sicurezza della Casa circondariale di Gazzi  saranno coinvolti nel progetto dal titolo “Ali per un racconto”, promosso dall’Assessorato alla Cultura con la collaborazione della Caritas diocesana. Si tratta di un laboratorio teatrale che vede  come protagonista e insegnante l’attore  Flavio Albanese, che da domani al 20 ottobre svilupperà con i detenuti un percorso basato sulla consapevolezza del corpo e della respirazione, fondamentali per un attore, e sulla scrittura. Diversi i testi di riferimento, da Platone a Shakespeare passando per Dostoevsky e svariati anche i temi affrontati, come la finzione in contrapposizione alla realtà,  la libertà e la felicità. L’obiettivo è quello di creare un racconto attraverso pensieri, sensazioni e riflessioni che possano far “volare”  i partecipanti in uno spazio senza confini, a dispetto della realtà in cui vivono.

L’iniziativa  nasce dalla sinergia dell’ Assessorato alla Cultura, con la Caritas, la direzione del carcere di Gazzi e l’Istituto per geometri Minutoli di Messina, con cui la Casa circondariale ha già da tempo avviato un proficuo percorso di didattica non tradizionale, in quanto coinvolge proprio i detenuti.

“E’ un progetto lodevole che avvia un percorso culturale all’interno della Casa circondariale di Gazzi – ha detto l’assessore Ursino nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto – in quanto l’obiettivo è dare la possibilità ai detenuti attraverso questi percorsi culturali, di vivere anche momenti di aggregazione, inclusione, riflessione, approfondimento,  riscatto ed inserimento nella società civile, valorizzando al tempo stesso nuovi talenti artistici”.

E’ poi intervenuto padre Giuseppe Brancato, direttore della Caritas diocesana: ” Questa è un’iniziativa culturale, ma anche pastorale – ha detto- , perchè la Caritas è chiamata a stare accanto all’umanità ferita, di cui fanno parte coloro che vivono la realtà carceraria. La detenzione – ha proseguito padre Brancato – dovrebbe rappresentare un percorso di cambiamento che può portare al reinserimento nella società”.

All’incontro con i giornalisti ha preso parte anche il vice direttore della Casa Circondariale di Gazzi Romina Taiani: ” Abbiamo sempre promosso iniziative del genere – ha affermato  Taiani – e teniamo molto a questo progetto che ci dà la possibilità di impegnare i detenuti in un’iniziativa dall’ alto valore educativo”.

Il presidente del Tribunale di sorveglianza Nicola Mazzamuto, presente alla conferenza stampa, si è soffermato sul concetto di teatro come mezzo di trattamento di chi deve espiare una pena: “il teatro è riflessione profonda- ha detto Mazzamuto – è catarsi, purificazione. Il recupero di questi soggetti  – ha aggiunto – non è qualcosa da delegare solo alle Forze dell’ordine o alle Istituzioni, ma è una questione che riguarda tutta la comunità, per questo bisogna fare gioco di squadra”.

In conclusione è intervenuta la referente per la scuola della Casa Circondariale Ivonne Cannata: ” L’obiettivo della partecipazione della scuola che rappresento, il Minutoli, è quello di creare un ‘ponte’ ideale tra i nostri studenti che rappresentano il futuro e i detenuti, il cui avvenire invece è basato sull’incertezza”.

Gli esiti del laboratorio teatrale saranno presentati il 21 ottobre alle 11.00 nel teatro del Carcere alla presenza di due classi dell’Istituto Minutoli.

Marika Micalizzi

 

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