foto del capodoglio siso morto nel mare delle isole eolie intrappolato in una rete illegale da pesca

Messina. Avviata la raccolta fondi per il capodoglio Siso, ucciso da una rete da pesca illegale

Pubblicato il alle

3' min di lettura

Un vaso da giardinaggio nero, una busta e tanta, tantissima plastica: questo è quello che il giovane capodoglio Siso aveva ingerito prima di morire impigliato in rete da pesca illegale nel mare delle Isole Eolie. La Guardia Costiera ha cercato di salvarlo, ma ogni sforzo è stato vano. Un biologo di Milazzo ha avviato una raccolta fondi per trasformare la sua storia in un messaggio contro l’inquinamento.

A raccontarne la storia sui media nazionali e sul web è stato, appunto, il biologo Carmelo Isgrò di Milazzo che, col patrocinio del Museo della Fauna dell’Università degli Studi di Messina, ne ha recuperato i resti con l’obiettivo di dargli una seconda vita, di trasformare ciò che gli è accaduto in qualcosa di costruttivo: «Non permettiamo che la sua morte rimanga vana, che cada nell’oblio – ha scritto Isgrò nella presentazione del suo progetto. Tutti devono sapere quello che è successo, soprattutto le nuove generazioni, affinché morti del genere non si ripetano più».

Ma in cosa consiste il progetto di questo giovane biologo? Recuperate le ossa del capodoglio, Isgrò vuole ricostruirne lo scheletro per esporlo all’interno del “Bastione di Santa Maria” dell’antico Castello di Milazzo, sospeso in aria con dei cavi, riposizionando poi la rete illegale che l’ha intrappolato e ucciso, e la plastica che è stata trovata nella sua pancia.

L’installazione è pensata per lanciare un messaggio forte, in grado di colpire e sensibilizzare il pubblico, e in particolare le nuove generazioni, mostrandogli le conseguenze delle proprie azioni, della propria incuranza nei confronti dell’ambiente che lo circonda e delle creature che – insieme a noi – lo abitano.

I primi passi sono stati fatti, le ossa del capodoglio Siso sono state ripulite, ora però bisogna reperire i materiali necessari all’allestimento, dalla struttura in acciaio, alle luci, ai pannelli e foglietti informativi destinati ai visitatori della struttura. Per pagare tutto questo, Carmelo Isgrò ha lanciato una campagna di crowdfunding, una raccolta fondi, sul sito buonacausa.

Il nome del capodoglio, Siso, è stato scelto da Carmelo Isgrò in onore dell’amico che lo ha aiutato nel recupero dell’animale, e che ha perso la vita in un incidente.

Ogni informazione aggiuntiva sulla storia del capodoglio Siso e di chi sta curando il progetto, e sul modo in cui verrà spesa la somma raccolta sono disponibili sulla pagina Facebook dedicata. Al momento, a 22 giorni dalla chiusura della campagna, sono stati raccolti oltre 2.400 euro dei 10.000 necessari.

(L’immagine proviene dal video di lancio del progetto Siso, reperibile sulla pagina Facebook)

(726)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.