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L’altra faccia degli “Accorintiani”. Ce la mostra Giampiero Neri

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giampiero giàIeri abbiamo trattato la nascita di quella che è stata definita una nuova specie: gli “Accorintiani”, oggi la simpatica, ma soprattutto aperta, risposta di Giampiero Neri, esperto del sindaco.

La pubblichiamo per intero:

“Cara Patrizia, gli Accorintiani tagliano subito corto, azzerano le distanze e i formalismi e mi permetto di darle del “Tu” in maniera simpatica e accogliente.
Ho letto il tuo editoriale e il sorriso ha cavalcato il mio viso, non l’ho trovato per nulla ostile, anzi mi ricorda gli sfottò del primo Grillo nazionale, che tra una risata e un predicozzo ti lasciava sempre una pulce nell’orecchio.
Lo confesso… anche a me non sta’ affatto simpatica questa nuova razza. Anzi mi sta proprio sulle p…e!
Ma siamo sicuri che è specie Accorintiana? A me ricorda l’umanizzazione del modello Italia, quello che sta sempre dalla parte dei vincenti, fatto di allenatori di calcio seduti al bar, di esperti economi senza un euro in tasca, di autorevoli critici musicali che collezionano tonnellate di mp3 senza mai aver comprato un vinile… e la lista è infinita… ma tutto questo è davvero così orripilante? Certo, a difendere una felpa scolorita del sindaco in estenuanti e infiniti post sui social ce ne vuole! Eppure, nonostante tutto, mi sento di interpretare e tutelare questa nuova razza.
Da quando il sindaco Accorinti ha sciolto le riserve ed accettato la sua candidatura questa città si è indubbiamente “risvegliata” (lo metto tra virgolette perché non credo affatto che stava dormendo… diciamo che si faceva i fatti suoi) riceviamo tonnellate di segnalazioni, di richieste di collaborazione, voglia e necessità di incontrarsi con la politica, di contribuire per un verso, se pur umile o inesperto.
La domanda è così ampia e vasta che spesso non riusciamo ad incontrarci. Che magari arrivi qualche soluzione geniale sulla Flotta comunale da un umile pescatore di barca a remi non l’escludo. Renato dice sempre: “Combattere l’errore e non l’errante”.
Io vedo tanti erranti. Alcuni zoppi, alcuni pieni di acne giovanile, ma sempre carichi di speranza, di desiderio alla partecipazione, quasi ingordigia a volte – lo riconosco – ma questo è dovuto anche a decenni di classismo incravattato e distacco tra i cittadini e la politica, come se questi siano stati separati e tenuti ben distinti tra di loro… come se far politica e aver a cuore la propria città non era amare gli spazi verdi, interessarsi ai cassonetti dell’immondizia e il pianerottolo di casa era già terra di nessuno.
Renato ha una storia, un carisma, una determinazione e un’energia a dir poco invidiabile.
Gli Accorintiani devono fare ancora tanta strada ma abbiamo aperto una finestra. Creato aspettative, riacceso speranze, chiesta la partecipazione e collaborazioni, ascoltate centinaia di persone; quel lungo torpore, la rassegnazione e le barriere alzate stanno pian piano cadendo. Arrivano segnalazioni, consigli, idee, critiche, braccia esperte, attenzioni, voce alta che non si sentiva e corpi che non si vedevano dallo sciopero del ’47 davanti la Prefettura o dal Messina in serie A con tanto di blocco della navigazione sullo Stretto. Stiamo scoperchiando stufati e minestroni, il tempo dei favori e delle raccomandazioni è il passato.
La casa più bella è quella dei nostri sogni costruita con le nostre mani. La cosa più bella, che volge al sorriso, è sapere che chiunque verrà dopo, quando verrà, dovrà avere a che fare con tutto questo e non potrà esimersi”. 

Ottima replica, Giampiero, dimostrazione di quanto ho scritto ieri a fine editoriale: ” Ma esiste una sottospecie di Accorintiani, più rara ma preziosa e bella da conoscere. E’ quella composta da chi apprezza Renato per la sua storia, per quel che ha fatto e potrà fare per la città. E’ la specie che riconosce che può esistere anche un contraddittorio. E’ la specie che preferisco”. Tu, Giampiero, evidentemente, ne fai parte. Aggiungo che Renato, che apprezzo per l’uomo che è, ha davvero il grande merito di avere ‘svegliato’ la città. Ma certi ‘desti’ sarebbe bene avessero rispetto delle opinioni altrui. Solo questo era il senso del mio pensiero.
A presto, per condividere opinioni o in sereno contraddittorio.

Patrizia Vita

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