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Autorità Portuale. Confindustria: «Manca un “Sistema Messina”»

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Confindustria Messina esprime il proprio parere, per voce del presidente, Alfredo Schipani, sulla dibattuta riforma dell’Autorità Portuale.

Pubblichiamo integralmente il testo della nota giunta in redazione.

«Assistiamo oggi ad una passerella di interventi sui nostri giornali, sicuramente altamente qualificati, ma assolutamente tardivi.

Sulle prospettive dell’Autorità Portuale, la varietà delle molteplici posizioni dimostra la mancanza di un “Sistema Messina”.

Su un tema di tale portata avremmo dovuto avere la piena convergenza di tutte le espressioni politiche, imprenditoriali e sindacali. E avremmo dovuto averla a tempo debito, facendo fronte comune e pressante, prima che si decidesse altrove e al di sopra della volontà locale, come nei fatti è già avvenuto.

Nell’agosto scorso, il Laboratorio Propositivo Permanente, sostituendosi e assumendo il compito di politica e istituzioni, aveva tentato di far confluire le posizioni, esitando un documento unitario, sottoscritto da ordini professionali, associazioni, categorie di rappresentanza, datoriali e sindacali. Tuttavia, da alcuni giorni assistiamo a discrepanze e cambi di intendimenti.

La posizione di Confindustria, come peraltro già chiaramente espresso nell’aprile del 2014, è sempre stata nel segno dell’autonomia dell’Autorità Portuale di Messina; e si è sempre ribadito che, solo nel caso in cui si fosse dovuto necessariamente procedere ad accorpamento, la sede di Messina dovesse, e deve, restare baricentrica, perché ha tutte le caratteristiche e le peculiarità per essere tale.

Peraltro, porti come Trieste e Venezia, per i quali era previsto l’accorpamento, hanno mantenuto la loro autonomia grazie al peso e all’impegno unitario della politica e di tutto il sistema città.

Messina ha risorse e flussi di traffico superiori a molti altri porti del Meridione, eppure, ciò nonostante, oggi sembra che possa solo scegliere il male minore.

È, indispensabile, a questo punto, creare per lo meno un fronte compatto che spinga e sostenga, nell’ambito di un processo di accorpamento, il mantenimento a Messina della sede centrale.

Vanno, inoltre, ancora una volta segnalati i paradossi e le disorganiche strategie amministrative del governo nazionale che, mentre identifica nella Città Metropolitana il centro su cui far confluire le diverse competenze sistemiche e progettuali, utili ad superare i limiti della parcellizzazione amministrativa dei territori, depotenzia la capacità progettuale della stessa privandola dell’autonomia dell’Ente che ne governa il sistema portuale. Su questo si dovrebbe fare leva, con posizioni compatte».

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