Caravaggio - I bari (giocatori di carte)

Quali sono i giochi di carte più antichi della storia?

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I giochi di carte sono palesemente tra i primi passatempi in cui ci si imbatte sin da bambini. Attività ludiche che sembrano quasi essere sempre esistite nel tempo. D’altro canto, le origini delle carte stesse non sono molto chiare e tutto ciò che si sa è che le prime tracce di tessere rettangolari risalgano alla Cina o alla Persia di 1.000 anni fa. Solo qualche secolo più tardi le carte arrivarono anche in Europa e furono gli equipaggi delle navi a diffonderle con i loro continui viaggi, utilizzandole per ingannare il tempo durante le tratte più lunghe.

Di conseguenza, in molti Paesi sono nate più varianti degli stessi giochi, non solo di carte. Si pensi ad esempio alle tipologie di bingo diffuse nei maggiori Paesi, che differiscono magari per la quantità di numeri che compongono il tabellone. Insomma, se oggi il settore dell’intrattenimento si affida a giochi così impiantati nella tradizione, è principalmente per merito delle guerre e del commercio navale, due fenomeni che ovviamente si propongono in maniera molto diversa ai giorni nostri.

Tra i giochi di carte più antichi non si può non menzionare il Ganjifa, in cui le carte venivano utilizzate come fossero delle valute. Il nome stesso del gioco, di origine persiana, significherebbe “giocare a carte”. In seguito il Ganjifa si sarebbe fatto conoscere soprattutto in India, ma in generale non sono molte le informazioni al riguardo. Chiaramente, sono maggiori le notizie per quel che concerne i mazzi europei, dove sono state introdotte illustrazioni che richiamavano alla mente figure regali o relative ai ceti sociali popolani e più comuni. Nel tempo, nel Vecchio Continente sono nati anche passatempi dalle origini particolari: forse non tutti conoscono il gioco di carte “Machiavelli”, che prende il nome dal grande filosofo e si presenta come un’evoluzione del “ramino”. Numerose sono state le popolazioni che hanno scatenato la loro fantasia una volta scoperta l’esistenza delle carte.

In merito ai giochi più datati, è bene citare una curiosa ordinanza fiorentina del 23 maggio 1376 che vietava il gioco di carte delle naibbe (dall’arabo “‘nàib”, ossia il deputato o vice-re delle carte mamelucche). Anche di questo gioco si sa però poco o nulla. Il 26 ottobre di 4 anni più tardi, a Barcellona, veniva invece descritto in dei documenti mercantili il nayps “da 44 pezzi”, ma non è chiaro se con quel termine si indicasse un gioco specifico o un generico mazzo di carte. Per intenderci, la più vecchia testimonianza dell’esistenza di un gioco molto noto come il poker è del 1843, pertanto non si può assolutamente escludere che nell’arco di 5 secoli siano stati praticati molti altri giochi di cui si sono perse le tracce. Anzi, è molto probabile che tante informazioni siano andate perdute per sempre, purtroppo.

Quando si pensa ai giochi di carte al giorno d’oggi, viene quasi automatico pensare alla scopa, a scala 40 o ai tipici giochi da sala americani. Con l’avvento di internet anche la storia dei giochi di carte è cambiata: conoscere quelli praticati dall’altra parte del mondo è diventato molto più semplice e di conseguenza anche la cultura che ruota intorno a questo settore si è forgiata sfornando orde di collezionisti, ansiosi di reperire esemplari dei mazzi più antichi. E chissà che tra qualche anno non si venga a conoscenza di qualche altro curioso retroscena sulle carte…

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