Ancora una volta va a vuoto la seduta della IV Commissione che questa mattina avrebbe dovuto parlare di risanamento. L’assessore Sebastiano Pino e il dirigente del Dipartimento Politiche della Casa non hanno, infatti, partecipato ai lavori suscitando le ire dei componenti dell’organo consiliare. All’ordine del giorno vi era lo stato di attuazione della delibera di approvazione del nuovo cronoprogramma per l’inserimento nello stesso del progetto dei 25 alloggi e 4 botteghe in via Taormina e quello di 60 alloggi a Fondo De Pasquale, oltre all’approfondimento delle tematiche dell’area ex Cesim del rione Taormina.
Sulla vicenda intervengono i consiglieri Giuseppe Santalco, Claudio Cardile, Nicola Cucinotta, Nino Carreri, Benedetto Vaccarino, Pio Amadeo, Francesco Mondello, Libero Gioveni, Carlo Abbate, Francesco Pagano, Nora Scuderi, Simona Contestabile.
“Tale atteggiamento – precisano i consiglieri – non fa altro che evidenziare il fallimento delle politiche della casa che vengono affrontate in maniera superficiale, tralasciando di continuare l’attività di risanamento che negli ultimi anni è stata posta in essere. Aree completamente libere quali quelle di via Taormina e Fondo De Pasquale potrebbero diventare, nell’arco di pochi mesi, cantieri aperti utili sia per incrementare l’occupazione edile, che per procedere alla contestuale demolizione di oltre 80 baracche. Chiediamo, ancora una volta, che il Sindaco si faccia carico di disporre l’urgente predisposizione del cronoprogramma ex L.R. 10/90 da inoltrare urgentemente a Palermo all’Assessorato Regionale competente per la richiesta dei fondi, atteso che i due progetti anzicennati sono cantierabili”
I consiglieri invitano, pertanto, anche l’assessore Pino a farsi carico di un’attività politica più fattiva volta ad accelerare l’avvio dello sbaraccamento e la realizzazione di nuovi alloggi. Inoltre, i sette diffidano l’amministrazione attiva ad intervenire immediatamente in via Taormina per eliminare i residui dello sbaraccamento che ancora, in maniera irresponsabile, si trovano completamente abbandonati con grave rischio per la salute pubblica.
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