Referendum, vince il No. Il 70% dei messinesi contrario alla riforma

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Le previsioni sono state confermate: gli italiani hanno bocciato la riforma costituzionale voluta dal governo, mandando di fatto a casa il premier Matteo Renzi. Il Presidente del Consiglio ha annunciato la volontà di presentare le dimissioni subito dopo la mezzanotte, durante un discorso tenutosi a Palazzo Chigi. Il No ha trovato d’accordo il 60% degli elettori, mentre il Si si è fermato al 40,08%. Le uniche regioni in cui è prevalso il voto favorevole alla riforma sono state Toscana, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna.

Così come programmato, alle 23 di ieri  si sono chiuse le votazioni per il Referendum costituzionale., caratterizzato da un’affluenza altissima su tutto il territorio italiano. Gli exit poll hanno subito dato in vantaggio il No e i dati via via raccolti hanno confermato questa tesi.

Secondo gli ultimi aggiornamenti nazionali (ore 2.47) il voto contrario alla riforma si attesta al 59.93% mentre il Si tocca quota 40.07%.

La Sicilia  va addirittura oltre il dato nazionale: alle 02.59 il No ha toccato quota 71,47% mentre a votare positivamente la riforma è stato il 28,543%. Non fa eccezione Messina. In città, secondo l’aggiornamento delle 01.54  hanno votato No il 70,54% degli elettori, il Si si è fermato invece al 29,46%.

Il rilevamento dell’affluenza alle urne per la consultazione referendaria, alla chiusura delle operazioni di voto, nelle 254 sezioni della città di Messina, ha fatto registrare una percentuale finale del 56,74 per cento, con 106.831 votanti. In occasione dell’ultimo appuntamento referendario nazionale dello scorso 17 aprile, alla chiusura delle operazioni di voto, venne registrata una percentuale finale del 24,4 per cento, con 46.122 votanti.

Il precedente appuntamento referendario del 12 e 13 giugno 2011, quando si votò su due giorni, alla chiusura dei seggi dopo la prima giornata di votazione venne rilevata a Messina una percentuale del 33,88 per cento del corpo elettorale, mentre la percentuale finale fu del 47,98 per cento con un numero di votanti differente per ogni singolo quesito referendario. Nel giugno del 2009, dopo la prima giornata di votazione, la percentuale fu del 7,52 per cento del corpo elettorale e dell’11,76 per cento quella finale del giorno successivo, sempre con un numero di votanti differente per ogni singolo quesito referendario.

Per i due precedenti referendum costituzionali bisogna risalire al giugno 2006 (percentuale finale alla chiusura dei seggi su due giorni di votazione) 42,05 per cento, pari a 83.187 elettori, e all’ottobre 2001, alla chiusura dei seggi nell’unico giorno di votazione si recarono alle urne 53.529 elettori, pari al 25,95 per cento.

 

 

 

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