Dietrofront in Sicilia, il Governo regionale guidato dal presidente Renato Schifani avvia l’iter di riforma e presenta il ddl per il ritorno delle province: «L’abolizione degli enti intermedi – commenta –, nove anni fa, con l’istituzione delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi non ha mai funzionato». Vediamo cosa cambia.
La riforma delle province rientra tra le promesse fatte in campagna elettorale dall’oggi presidente Renato Schifani e adesso è pronta per approdare all’Assemblea Regionale Siciliana (ARS). Ad annunciarlo, il Governatore, il vicepresidente della Regione, Luca Sammartino, e l’assessore alle Autonomie locali, Andrea Messina, nel corso di una conferenza stampa.
«La cancellazione delle Province – ha spiegato Schifani –, fortemente voluta dal governo dell’epoca e rivendicata dalle forze che lo sostenevano nel Parlamento regionale partiva dal presupposto della riduzione dei costi della politica, ma ha determinato un vuoto nei processi decisionali e amministrativi che ha penalizzato in maniera evidente l’erogazione di servizi importanti per i cittadini e per la tutela del territorio, oltre a ridurre gli spazi di democrazia diretta e di espressione politica. Il numero di consiglieri e di assessori sarà inferiore rispetto a quello del passato, secondo una logica di sobrietà che guarda al contenimento dei costi e di snellezza e efficienza dei nuovi enti».
Soddisfatto il vicepresidente Sammartino: «L’atto varato oggi dalla giunta – ha detto – è il primo grande passo di un processo di riorganizzazione del sistema degli enti locali in Sicilia. Una tappa importante all’insegna della grande collegialità politica con cui opera questo governo, per garantire risposte concrete e servizi efficienti ai siciliani».
Sulla stessa lunghezza d’onda, l’assessore Messina: «Finalmente – ha aggiunto –, dopo anni di commissariamento si intravede il traguardo del ripristino delle Province. L’obiettivo del disegno di legge del governo è quello di riorganizzare e di ricostruire tutti quei servizi e le funzioni che in questi anni sono stati abbandonati, dalla viabilità all’edilizia scolastica degli istituti superiori. L’auspicio è che si vada al voto già nel prossimo autunno o nella prossima primavera, considerato che ci sono delle condizioni che non dipendono soltanto dalla Regione».
Ddl province: cosa cambia con la nuova riforma?
Con la riforma proposta dalla Giunta Schifani, le Province della Sicilia saranno sei, più le tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Prevista l’elezione diretta di presidenti e Consigli.
Il progetto di riforma, spiegano dalla Regione, individua gli organi di governo e la loro composizione, introducendo la figura del consigliere supplente; stabilisce le quote rosa nelle liste, con almeno un quarto delle candidature riservato a donne; prevede la doppia preferenza di genere, come nei Comuni; introduce il collegio unico per l’elezione del presidente della Città metropolitana e della Provincia, la divisione della circoscrizione elettorale in collegi per l’elezione dei consiglieri provinciali, in modo da dare adeguata rappresentanza a tutti i territori.
Per le province con popolazione superiore al milione di abitanti sono previsti 36 consiglieri e massimo 9 assessori; per quelle tra cinquecentomila e un milione di abitanti, 30 consiglieri e fino a 7 assessori, mentre quelle con meno di 500.000 abitanti potranno eleggere 24 consiglieri e le giunte avranno massimo sei assessori. Il ddl fissa le competenze dei nuovi organismi.
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