Nuovo affondo della Federazione Nuova Destra, che adesso si concentra su uno dei settori maggiormente inespressi da parte del nostro territorio: il turismo.
Oltre cinquanta chilometri di costa bagnati da due mari, un’imponente struttura collinare ed una consolidata tradizione culinaria, per il presidente del movimento Franco Tiano rappresentano un potenziale che non viene sfruttato a pieno soprattutto per l’assenza di programmazione da parte della politica locale: “L’Assessore alla Cultura Ursino, ha più volte affermato che la “Cultura” è economia, ma la cultura non è la filiera turistica, si serve di essa per “attrarre”, come avviene per lo Sport, per gli eventi religiosi e popolari. Gestire la delega alla cultura significa, soprattutto, esaltare la bellezza dei nostri beni culturali, che rappresentano e manifestano la bellezza dei luoghi da rappresentare nell’offerta Turistica. Altra cosa sono gli eventi locali, che valorizzano soltanto le tasche di qualche associazione e gruppo.Il turismo è una piattaforma d’interessi chiamata “offerta”, che attraverso una politica di settore, capace d’integrare le preferenze dei consumatori, diventa appetibile e vendibile sui mercati dai professionisti, per un ritorno in chiave economica ed occupazionale che interessa la collettività. L’Amministrazione deve favorire una politica turistica attraverso la realizzazione di una rete adeguata di soggetti interessati al settore, offrire servizi e sostegni, dettare tempi e condizioni, favorire processi e metodi, per sviluppare l’offerta e rappresentarla in Italia ed all’estero. Le amministrazioni, che si sono succedute nel tempo, non hanno avuto delle visioni lungimiranti sottovalutando il settore e la vocazione turistica. Anche oggi la situazione non è cambiata, infatti il Turismo è stato affidato ad esperti universitari del settore economico e la cultura ad una esperta di eventi, non a professionisti del comparto specifico o cultori delle materie tecniche e legislative inerenti al settore”.
Per Tiano l’altra nota dolente è rappresentata dalla carenza di strutture: “La ricettività alberghiera ed extra alberghiera è la base imprescindibile per la realizzazione dell’offerta. Pertanto è chiaro che non si può realizzare nella città di Messina e sviluppare il settore, se non si pensa di creare posti letto adeguati e strutturati in base alla tipologia di turismo che si vuole attrarre. L’unione, inoltre, della qualità ricettiva alle attrazioni paesaggistiche, culturali, enogastronomiche ed organizzative, ci consente di rappresentare la stessa offerta con delle specificità tipiche del luogo, che la rendono unica. E’ ovvio che i trasporti, le strutture d’accoglienza ed organizzazione turistica, sono parte integrante dell’offerta e dovranno essere ampiamente adeguati alla domanda. Mi fermo qui, rispetto ai processi obbiettivamente imprescindibili che necessitano di essere programmati e realizzati per sviluppare un settore produttivo e necessario alla nostra città. Ovviamente, un offerta turistica va concepita nel tempo, con la guida di un’amministrazione capace e consapevole delle necessità strettamente legati al settore, come l’igiene, i trasporti, i servizi e soprattutto la realizzazione di una omogenea e strategica visione del territorio. Messina attualmente è un puzzle, dove all’interno di diversi quartieri convivono realtà produttive estremamente contrastanti tra loro. Basta pensare la Falce, dove industria mercantile ed officine, non consentono una visione turistica dell’area, pur trovandosi in una posizione estremamente favorevole al comparto. E’ necessario mettere mano al piano regolatore, ridisegnando la città in maniera consapevole alle necessità di sviluppo ed alle incompatibilità di allocazione delle attività”.
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