Tremestieri insabbiato: un dragaggio dopo l’altro a 280mila euro a volta. E la Regione tarda

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Il 2016 che sta per concludersi doveva essere l’anno della svolta decisiva per i lavori del Porto di Tremestieri ed invece è stato caratterizzato dagli ormai consueti prolungamenti e rinvii, mentre la città continua ad aspettare un’opera fondamentale per liberare le strade dai Tir.

Altri dodici mesi trascorsi a fare i conti con gli insabbiamenti causati dalle forti sciroccate che rendono inagibili l’approdo a sud, con i mezzi pesanti che vengono dirottati verso il porto storico e la Rada San Francesco. Non ultima la sciroccata della settimana scorsa, che ha causato la chiusura del porto a sud di Messina, così i Tir si sono riversati sulle strade cittadine provocando caos e rallentamenti, e le operazioni di dragaggio per restituire l’approdo al suo uso regolare inizieranno il prossimo 2 gennaio.

E dire che i propositi per quest’anno erano completamente diversi, visto che l’amministrazione comunale e Autorità Portuale si sono  impegnate per ricevere tutti i pareri necessari per far partire il progetto definitivo, senza dimenticare i continui contatti con il Governo nazionale per il cofinanziamento di circa sei  milioni e mezzo di euro.

Ma se da Roma, già lo scorso gennaio, arrivarono segnali positivi, così non è stato da parte del Governo regionale. Il 18 dicembre 2015 amministrazione comunale e Autorità Portuale diedero vita alla conferenza dei servizi, il cui esito fu spedito a Palermo per ricevere tutti i pareri necessari, ma l’Assessorato regionale ai lavori pubblici disse a chiare lettere che il progetto doveva prima passare al vaglio della commissione regionale dell’Ars.

Di lì in poi sono trascorsi ben otto mesi senza che si siano potuti produrre atti concreti, visto che la commissione ha preso in esame il progetto a fine agosto per poi dare il definitivo via libera il 23 novembre scorso. E dire che sotto il profilo tecnico ed economico è tutto quasi ultimato, con la suddivisione dei 13 milioni di euro già stabilita da fine aprile, mentre l’unica firma mancante è quella sul contratto di appalto con la Coedmar, che da tempo si è aggiudicata i lavori.

Nel frattempo si sono verificati ulteriori insabbiamenti che hanno reso necessario l’utilizzo della draga, ma a quali costi? In media vengono tolti circa 40mila metricubi di sabbia (cifra inferiore nel 2015), per un totale di circa 280mila euro. Di questo quantitativo, circa 27mila metri cubi di sabbia tolti sono a carico dello Stato, che in media spende 190mila euro, mentre il quantitativo restante è tutto sulle spalle della società privata che gestisce l’approdo, cioè la Comet.

Ad ammortizzare notevolmente l’esborso a carico dell’Autorità Portuale,  arriva la concessione dell’ente alla società privata per la gestione dell’approdo, chiamata a coprire le spese per il dragaggio di circa 13mila metri cubi annui, oltre al pagamento del canone annuo di circa 500mila euro.

Antonio Macauda

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  1. Be, dopo gli scarsi risultati è inutile spendere questi soldi in questo modo, che vengano dirottati per scopi più importati!

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