Da Franco Tiano, portavoce di Federazione Nuova Destra, riceviamo e pubblichiamo:
“La FederAzione Nuova Destra, movimento politico e culturale, lontano dalle logiche verticistiche dei Leader di partito e strettamente legata ad una visione di gestione collegiale del bene comune, oltre a bocciare, in toto, questa amministrazione di falsi rinnovatori, di disonesti intellettuali e sventolatori di bandiere camuffate, osteggia e si oppone ad ogni tentativo malsano di rivitalizzazione di quel vecchio sistema, repressivo ed assistenziale, tendente a soddisfare le esigenze di pochi e sottomettere la collettività, schiacciandola verso il basso.
Un sistema che ha favorito l’ascesa di quanti, senza merito ed attraverso compromessi politici, si sono piegati alla semplice logica di ottenere titoli ed eseguire ordini, con attenta dovizia di applicazione dei particolari.
Tra questi chi gestisce Enti senza titoli specifici e senza avere mai svolto attività simili o comparabili. A chi, ad occhi chiusi e prima di accettare l’incarico, decide di assorbire personale da altri Enti e chi svolge mansioni in cui sarebbe necessaria una laurea ed invece non ce l’ha.
Poi c’è anche chi ha svolto una funzione dirigenziale, lo ha fatto apportando al proprio Ente, in particolare al proprio dipartimento, una serie di criticità, dovute alla noncuranza ed al mancato svolgimento del proprio lavoro. Tali mancanze hanno prodotto, nel tempo, delle incompiute, che si sono rilevate dannose per la collettività ed in alcuni casi hanno determinato la sospensione di servizi essenziali.
Questo sistema di collocati politici ha anche determinato dei monopoli degli incarichi, delle grandi oasi, dove la rotazione o l’invasione di colleghi od affini, vengono considerati un sacrilegio. Tant’è vero che, a volte, non vogliono andare in pensione o non possono, prima che si provveda di sostituirli con chi, come fosse un clone, funga da continuità al sistema. Probabilmente sono i garanti di qualcuno o qualcosa, altrimenti sarebbe impensabile credere che i nostri giovani, costretti ad andare via per trovare una collocazione professionale, siano incapaci di sostituire un burocrate di vecchia guardia, che ovviamente non è tecnologicamente capace di utilizzare gli strumenti multimediali in modo virtuale come loro, che sono cresciuti utilizzandoli sin da bambini.
Nel passato i nostri amministratori hanno operato così ed i messinesi hanno ritenuto necessaria cambiare pagina, dando un mandato diverso, convinti che il nuovo, anche se inesperto, potesse dare un taglio con la cattiva gestione.
E’ ovvio che alle intenzioni iniziali di cambiamento di una nuova Amministrazione subentrino delle difficoltà d’azione, dovute alla necessità di conoscere la macchina burocratica, di prendere confidenza con gli strumenti operativi e di creare un’intesa complessiva, ma siamo a tre anni di mandato e tutte le operazioni eseguite da questa giunta e dal nostro onesto primo cittadino, non hanno fatto altro che seguire la stessa scia, inconcludente e distruttiva per la collettività, copiata dal vecchio sistema. Pseudo esperti strapagati in cambio di una caduta precipitosa verso il basso.
I fallimenti conseguiti da chi ha accettato deleghe sono evidenti, servizi fatiscenti: dalla spazzatura al verde cittadino, dall’approvvigionamento idrico alla sanità, dai servizi sociali alla viabilità ed al commercio. Un vero disastro.
Tuttavia l’incongruenza di questa amministrazione è maggiormente evidente in ogni atto tendente allo sviluppo della città. Loro la chiamano sostenibilità, l’unica cosa insostenibile e la crescita di disoccupati, la morìa di aziende e di attività soggiogate dalla incapacità di creare struttura ed infrastrutture. E’ possibile sostenere l’immobilismo produttivo di questa giunta e non comprendere che le grandi opere possono determinare, finalmente, una svolta? Il PONTE al Faro, il CASINO’ nella meravigliosa Falce (Taormina non è la location ideale) e l’AEROPORTO del Mela, sono alcuni propulsori di una sviluppo certo ed immensurabile. Dati alla mano e senza alcun dubbio. Non bisogna avere paura di creare le condizioni per importare moneta, è l’unico modo per trattenere i giovani a Messina e ridare dignità all’intera Provincia.
Invece oggi perdiamo pezzi importanti e storici della città: la Camera di Commercio, un Ospedale al centro della città, la Corte dei Conti, la Banca D’Italia ed il nostro Ente più produttivo, “l’Autorità Portuale.
Pensiamo di realizzare una nuova villa nella splendida zona della Falce, quando dovremo utilizzare gli spazi migliori per introitare economie, non si vive di sola aria. Intanto le ville della città sono lasciate al degrado ed all’incuria. La continuità territoriale è sotto gli occhi, i Tir continuano ad invadere la città a tutte le ore, non esistono regole certe e nemmeno detrattori capaci di determinare una svolta. Mancano i soldi per il Porto di Tremestieri, opera che non abbiamo la certezza che funzionerà tutto l’anno e senza continue dune di sabbia. Secondo noi andavano studiati altri progetti, più utili e funzionali, sia in termine di tempistica per l’attraversamento che di costi. Pensiamo ad esempio al sottopassaggio all’Annunziata.
Queste sono soltanto tre buone ragioni per staccare la spina:
1) Incapacità di utilizzare saperi e riproposizione di un sistema che avvantaggia gli amici a danno della collettività
2) Fallimento totale o parziale di tutti i settori amministrativi e di chi ha deleghe
3) Incapacità di realizzare progetti, importare moneta pregiata e programmare lo sviluppo.
Il bene comune non appartiene ad un gruppo limitato di persone, siamo convinti che gli eletti, in una condizione di normalità, debbano amministrare per l’intero mandato. A Messina questa normalità è stata calpestata sin dall’inizio, bisognava chiedere il pre-dissesto sul Bilancio ed eventuali assunzioni di responsabilità da parte di chi ha amministrato prima. Il sapore del potere, della poltrona e di gestire in controtendenza al rappresentare le istanze dei cittadini, sono state e continuano ad essere gli elementi predominanti di due schieramenti: a) chi siede al palazzo per la gestione del potere di parte e chi per controllare e far finta di non vedere per mantenersi la poltrona, salvo qualche raro caso. Infine c’è chi manovra dall’esterno e dai suoi comodi uffici, si tratta di quel mondo occulto, lottato da Renato soltanto in passato e che fa della trasparenza un termine sconosciuto a Messina.
Vogliamo che si liberi la casa comune e che si ritorni a dare voce ai cittadini sovrani.”
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