L’allestimento, nei giorni scorsi, di varie tende in via Tommaso Cannizzaro e la resistenza a chi tentava di ripristinare ordine e decoro, hanno dato vita a una comprensibile indignazione di buona parte di cittadini e attori politici. L’episodio clou ieri quando due persone sono finite ai domiciliari dopo aver ostacolato le operazioni di sgombero della tenda, allestita da una donna in evidente disagio nell’aiuola prospiciente l’Università. Un gesto che qualcuno ha pensato bene di strumentalizzare per comunicare le proprie idee in aperta contrapposizione con ogni principio di civiltà e decoro che a Messina ormai manca da tempo.
L’ultimo atto di questa assurda vicenda ieri sera: all’interno dell’aiuola era stata infatti montata l’ennesima tenda affiancata da uno striscione contro il Muos di Niscemi. Il bivacco è stato eliminato questa mattina.
Tra i primi a stigmatizzare l’episodio e chiedere aiuto per la sfortunata donna, il consigliere comunale Piero Adamo che ha più volte invitato il sindaco Accorinti a prendere posizione. Il primo cittadino però continua a restare in silenzio, una scelta tutt’altro che azzeccata visto l’importante ruolo che ricopre.
Adesso sulla questione interviene il consigliere comunale Luigi Sturniolo reduce da un lungo confronto (spesso acceso) avvenuto ieri in Aula. Struniolo, a differenza di Adamo, si schiera nella posizione opposta esprimendo la propria solidarietà ai due manifestanti arrestati ieri e minimizzando quanto accaduto.
“Da più parti – spiega l’esponente del Gruppo Misto – viene chiesto un pronunciamento su quanto accaduto ieri in quello che viene definito come lo spazio tra il Tribunale e l’Università. Vengono chieste prese di distanza, viene chiesto di schierarsi dalla parte della legalità. Francamente, credo che tutto il dibattito pubblico che è stato sollevato in quest’ultimo periodo sulla questione del decoro e su chissà quali infrazioni all’ordine pubblico mi sembra assolutamente destituito di fondamento. Non sta succedendo nulla. L’ho detto in aula e lo ripeto adesso. Forse, purtroppo non sta succedendo nulla, che, in una città devastata e impoverita come Messina, ci si aspetterebbe una reazione, qualcosa che abbia a che fare col fatto che siamo ancora vivi e che non assisteremo immobili alla totale marginalizzazione del nostro territorio”.
“Comunque – precisa Sturniolo – visto che il pronunciamento mi è stato chiesto lo do. Io sto dalla parte di chi sta conducendo la protesta contro i Tso e l’ideologia del decoro e del perbenismo. Io sto dalla parte di Irene e Sergio, rei di non aver fatto praticamente nulla se non di avere portato la propria solidarietà a chi con i propri gesti provava a sollevare la questione della detenzione psichiatrica, a chi provava a metterne in luce il dolore. Non è stato fatto con tutti i crismi della buona educazione? Forse è vero, ma la vita è terribilmente complicata e lo stare per strada e non al calduccio delle proprie pantofole non è esattamente come andare ad un pranzo di gala. Ma siccome qui nessuno è fesso e non abbiamo imparato ieri a fare politica va anche detto quale sia la reale posta in gioco. La partita, infatti, viene giocata tutta su Renato Accorinti. Accorinti è stato catturato e ricondotto dentro un processo di pacificazione con l’esistente. Tutto l’esistente. Quelli che c’erano prima e quelli che ci saranno dopo. Ad Accorinti e alla rivoluzione annunciata è stato preso il cuore. E’ diventato funzionale a chi ha gestito e chi continua a gestire politica ed economia a Messina. E’ diventato funzionale ai partiti che avrebbe dovuto mettere in critica e che sono la causa della marginalizzazione e dell’impoverimento cui è stata condotta Messina. E’ diventato acquiescente alle politiche nazionali, quelle delle larghe intese e dell’austerità”.
“Ma questo non basta. Di Accorinti si vuole anche l’anima, la maglietta e i sandali. Va ricondotto alla normalità anche sul terreno dei comportamenti, della vis repressiva, dell’intolleranza. Cos’è quest’attendismo, questo balbettio nell’assumersi la responsabilità di fare rispettare le regole? Naturalmente le regole del decoro, che quelle di chi le ha violate causando l’indebitamento e la devastazione del territorio, quelle no, quelle vanno sanate. Era il sistema. Le clientele? Era il sistema. Nessuno si senta escluso. Francamente – conclude il consigliere – non me ne fregherebbe nulla di questa offensiva. Per me Accorinti ha già perso e provo un senso di profondo disinteresse per le sue mosse future. Mi preoccupa, però, il fatto che i corpi e le vite degli attivisti diventino lo strumento e le vittime di questa partita politica. Le loro pratiche sono le mie? Spesso no, ma importa poco. Dopo anni di attività politica per strada, ho imparato che non sempre le pratiche di chi la pensa in maniera simile a me sono identiche alle mie, ma questo non rende le ragioni di quelle pratiche meno condivisibili. E, soprattutto, ho imparato a non pensare che necessariamente le mie pratiche siano quelle giuste. A volte mi viene voglia di invitarli ad essere meno generosi. Non vale la pena coprirsi di denunce per risultati spesso modesti. Una comunità deve anche meritarsi un sacrificio”.
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