Secondo il candidato sindaco Pippo Trischitta il contributo del Comune di Messina alla fondazione Taormina Arte, promotrice del Taormina Film Fest, pari a 120mila euro l’anno, sarebbe un investimento senza ritorno per la città dello Stretto e andrebbe speso in altro modo.
«Decenni or sono – ha ricordato il candidato – il Festival del cinema si svolgeva in buona parte all’Irrera a mare, quando i “Nastri d’Argento” nacquero a Messina e quando alcuni spettacoli si tenevano nella nostra città; allora sì che aveva un senso contribuire alle casse di TaoArte, perché si otteneva in cambio una ricaduta in termini di immagine, turismo e occupazione».
«Ma adesso che tutto si svolge a Taormina – ha aggiunto l’ex consigliere comunale – tranne la serata di anticipo del Film Fest, sottotono e senza alcun ritorno come quella dello scorso anno al Monte di Pietà, che ci sta a fare Messina nella Fondazione?».
A pochi giorni dall’annuncio della pubblicazione del bando per la gestione e l’organizzazione dell’edizione 2018 del Taormina Film Fest, il candidato sindaco di Splendida Messina, Pippo Trischitta, punta l’attenzione sul contributo dato dalla città dello Stretto alla manifestazione. Manifestazione certamente di pregio, spiega, ma che non darebbe un ritorno né economico né di immagine a Messina.
In sostanza, secondo Trischitta, i 120mila euro che il Comune dà ogni anno al festival andrebbero spesi diversamente e, meglio, indirizzati a interventi che abbiano un impatto diretto sulla crescita della città. Un’opzione plausibile, a parere del candidato sindaco di Messina, sarebbe utilizzare i fondi per dare maggiore rilievo a manifestazioni cittadine come la Vara e il Ferragosto messinese in generale: «Si potrebbe pensare, per esempio – ha chiarito il candidato – alla creazione di un programma di eventi collaterali di spessore culturale e all’investimento per la promozione a livello nazionale e internazionale della bellissima processione del 15 agosto, unica al mondo, oltre a una diretta televisiva in un’emittente nazionale o satellitare».
(146)