Il capogruppo di Mli, Roberto Cerreti, in una nota mette in discussione l’operato del presidente della Regione, Rosario Crocetta, ed evidenzia lo stato di disagio che mette al tappeto la Sicilia soffermandosi, in modo particolare, su quello che definisce il “massacro dei comunali”.
Con il sopraggiungere all’Ars «della tanto attesa Legge di Stabilità 2015, ovvero la “Finanziaria”», i cui obiettivi Cerreti considera «cinici e spregiudicati», si andranno a «creare – commenta – nuovi e antitetici albi del personale per gli Enti pubblici così da giustificare la realizzazione di uffici speciali e le nomine di nuovi dirigenti, collaboratori e amici, e infine la perla di Rosario Crocetta è l’articolo 9 “Riduzione numero componenti dei Consigli Comunali”».
Su quest’ultimo punto, Cerreti è particolarmente critico: «Questa nuova invenzione populistica prevede che per la nostra Messina, al di sotto dei 250.000 abitanti, il Consiglio Comunale sia composto da appena 32 componenti e che gli stessi siano retribuiti con un compenso consequenziale all’accertamento della presenza nelle sedute attraverso la partecipazione alle votazione dei diversi atti, ad un terzo del compenso degli assessori in carica secondo quanto prescritto dalla norma nazionale in materia, che viene quasi in toto recepita».
Di fatto – prosegue – «il Governo propone all’Ars l’abolizione della giurisprudenza regionale in materia e la sottomissione alle imposizioni romane, addirittura restringendo ulteriormente le prescrizioni dei testi nazionali».
Cerreti, nel fare il punto della situazione, fornisce qualche numero: «I presidenti di quartiere percepiranno il 30% dell’indennità prevista per gli assessori e i consiglieri di quartiere vedranno la riduzione dei propri gettoni al 40% del tetto massimo previsto per le spettanze di un consigliere comunale. Quindi il Sindaco di Messina, potenzialmente, percepiti 5.010 euro lordi, i suoi assessori 2.254,50 euro, i consiglieri comunali 751,50 euro lordi, i presidenti delle circoscrizioni 676,35 euro lordi e i consiglieri di quartiere 300,6 euro lordi».
E a questo proposito aggiunge: «Tutto corretto e all’insegna della più estrema Spending rewiew, se non vi fosse la forte stonatura di una classe regionale che ha visto nell’ultima finanziaria i deputati ridursi apparentemente l’indennità di funzione di circa 2.000 euro per poi, nella stessa seduta, compensare la cifra riportandola a oltre 8.000 euro con il recepimento di 3 rivalutazioni Istat, privilegio esclusivo per i parlamentari e mai esteso al resto della popolazione istituzionale e impiegatizia dell’isola».
«I Padri costituenti – conclude amareggiato Cerreti – pensavano che la Democrazia avesse un costo e che tali spese fossero nobilitate dalla necessità di evitare corruzione e malaffare: ora la Sicilia, al cospetto di disoccupati, licenziati e ogni sorta di mal vizio nell’apparato burocratico amministrativo regionale, ha finalmente annientato la rappresentanza istituzionale provinciale e comunale. La Sicilia sarà finalmente trasparente e innovativa rispetto al resto d’Europa, con un solo neo, il mai svelato mistero dei compensi del proprio carnefice, giusto appunto il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta».
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