Tante idee, tante ‘teste’, per far crescere la Sicilia. Si potrebbe
descrivere così, stringatissima sintesi, l’appuntamento con il ‘pensatoio’ itinerante di “Cambiamenti”, l’iniziativa voluta dal sottosegretario alla Salute, Davide Faraone, in giro per la Sicilia, che ieri ha fatto tappa a Messina e ha registrato la presenza del Ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio.
E per far crescere la Sicilia, si sa, i punti su cui battere sono sempre gli stessi: potenziamento della rete ferroviaria interna e collegamento al sistema dell’alta velocità nazionale, integrazione tra aeroporti, Autorità Portuali, riattivazione delle stazioni ferroviarie dismesse, potenziamento del trasporto pubblico locale, ultimazione delle incompiute stradali, manutenzione di quelle esistenti e buon uso delle opportunità offerte dalla riforma del sistema portuale nello Stretto.
E ieri pomeriggio a Messina, a Delrio sono state presentate le idee di
sviluppo, venute fuori dai tavoli tematici a cui sedevano esperti messi a confronto.
Autorità Portuale
C’è stata univocità di pensiero in merito alla realizzazione di un’unica autorità portuale siciliana che si occupi di tutte le strutture portuali che non ricadano già all’interno di una autorità definitiva. In pratica- come suggerito da Faraone- un piano unico di sviluppo strategico portuale, una strategia condivisa e univoca che porti a individuare la strada da seguire tutti insieme. Ogni porto ha una sua tipologia di traffico. E’ necessario integrare fra loro le specificità e puntare su ciascuna di esse.
E a supporto di questa tesi ci sono studi e previsioni che danno, sul
Mediterraneo ( su cui transita il 19% del traffico marittimo mondiale) – a partire dal 2020 – un mercato potenziale di 500 milioni di persone.
Un’occasione, per l’Autorità portuale siciliana, di intercettare la fetta
più consistente di questo traffico.
Anche il generale flusso turistico, se obiettivo di una politica che lo
favorisca, in un futuro abbastanza prossimo potrebbe aumentare dai 15 milioni di presenze l’anno a 20. Ovvio che – è opinione condivisa dall’intero ‘pensatoio’ – è necessario migliorare il sistema dei trasporti e l’integrazione territoriale.
Ponte sullo Stretto
Ma quanto inciderebbe, in quest’ottica, il Ponte sullo Stretto? Molto per Faraone, per il quale sarebbe, come già detto, “indispensabile”; poco per Delrio, che ha sottolineato: “La concessione del ponte è stata caducata. Lo Stato nel 2012 ha deciso di interrompere il rapporto concessorio. Tutto il resto è roba da tribunale. Invece siamo interessati a studiare il corridoio ferroviario Napoli-Palermo, perche’ per noi il Sud è anche alta velocità.
Come abbiamo iniziato i cantieri Napoli-Bari, inizieremo anche in Sicilia per il trasporto regionale ad alta volocità europea. Questa è la vera sfida”.
Aeroporti
Per gli aeroporti si pensa a una gestione integrata del sistema aeroportuale siciliano. Una rete che unisca quelli di Catania, Palermo, Comiso e Birgi, gestita da un’unica autorità che vigili anche sulle tariffe, assolutamente insostenibili da e per la Sicilia. E se, per raggiungere l’obiettivo primario di consentire una corretta mobilità dei siciliani, occorre l’intervento dei privati, benvenga il loro coinvolgimento. La politica agevoli la collaborazione Stato-privati.
Trasporto pubblico Locale
Anche questo settore potrebbe avvalersi del supporto privato. Occorre puntare sulla integrazione tariffaria tra diverse aziende di trasporto, ad esempio con l’utilizzo di un solo titolo da viaggio bus-ferrovia-tramvia-metro’-pullman extraurbani, e possibilmente anche Car sharing”. Ferrovie.
E poi a un collegamento ferroviario che passi dal completamento delle dorsali Siracusa-Messina-Catania e dal raddoppio della Palermo-Catania.
La Sicilia ha 444 chilometri di tratte ferroviarie dismesse, 70 fabbricati ed ex stazioni, 240 case cantoniere e caselli. Un patrimonio dismesso che può rappresentare sviluppo se rimesso in attività.
Patrizia Vita
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