“Non possiamo, purtroppo, non constatare, in base alle notizie che apprendiamo dalla lettura degli organi di informazione locali, che i piani ed i programmi di governo del territorio messinese giacciono in una situazione di preoccupante stallo”. E’ quanto sostiene Capitale Messina che interviene con una nota stampa sulle prospettive di sviluppo della città a partire dal recupero del waterfront.
“Il nuovo Prg – precisa il movimento – sembra essere all’anno zero; manca infatti la cartografia di base sulla quale disegnare le scelte per una seria progettualità del territorio, ed è di conseguenza assai improbabile che durante l’attuale esperienza amministrativa sia possibile portare all’attenzione della città e del consiglio comunale alcunché. Per quanto riguarda, poi, la cosiddetta Variante di Salvaguardia Ambientale, si attende il pronunciamento da parte della Regione Sicilia in merito alla richiesta formulata dal Comune di non assoggettabilità alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica, per brevità VAS. Noi continuiamo a non comprendere, come già affermato in un nostro recente documento, il razionale di tale richiesta, visto che, leggi alla mano, qualunque piano o programma deve essere necessariamente sottoposto a procedura di Vas”.
“Tra l’altro, per una amministrazione, come quella di Accorinti, che della partecipazione attiva dei cittadini alle scelte amministrative ha fatto, in campagna elettorale una bandiera, sarebbe più coerente attivare, a prescindere dalle conclusioni della Regione, la procedura di Valutazione Ambientale Strategica, che è lo strumento nato per la consultazione del pubblico e delle autorità con competenze ambientali durante l’elaborazione del piano, in particolare richiedendo pareri sul rapporto ambientale. Se non si fa la VAS, non si elabora il rapporto ambientale e pertanto si salta la fase di consultazione del pubblico, rimanendo il Piano quindi uno strumento frutto delle scelte autoreferenziali dell’Amministrazione”.
“In ogni caso – continua Capitale Messina – il recente parere espresso dagli uffici competenti della Regione Siciliana, il Dipartimento dell’Ambiente Servizio 3 dell’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente, in merito alla richiesta di non assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica della Variante al Piano Regolatore Generale, è di segno negativo, per cui ci sembra opportuno suggerire alla Giunta, di non attendere ulteriormente ciò che difficilmente si potrà concretizzare, e di andare, invece, avanti lungo la strada tracciata dalle norme vigenti e dal buon senso”.
“Poi c’è il capitolo del Piau il piano innovativo in ambito urbano, strumento che dovrebbe ridisegnare quella straordinaria parte di città che dal porto storico giunge fino al Viale Gazzi, tra la Via La Farina ed il mare. Un’area che, per scelta di questa amministrazione, ingloba le zone ZIR e ZIS, in atto congelate nell’indifferenza dell’attuale governo cittadino, anche se si sarebbero dovute dotare di un piano di recupero urbano già dal 2012, con buona pace di chi dovrebbe fare impresa in un contesto economico al collasso. In realtà non sappiamo molto al riguardo solo ciò che è stato illustrato durante un incontro pubblico di qualche mese fa presso il Salone delle Bandiere. Quanto abbiamo appreso in quella sede, però, non ci conforta; sembra infatti che il recupero del “fronte mare” non sia più l’elemento portante dell’intervento: la ferrovia resta lì dov’è, a rappresentare una barriera che divide Messina dal suo Stretto. E, incomprensibilmente, nonostante il rifiuto di Rete Ferroviaria Italiana di restituire alla città il parco binari, così da consentire finalmente il recupero del rapporto tra la città ed il mare, le altre aree di sua proprietà, non più necessarie per il trasporto ferrato, diventano fortemente edificabili con un vertiginoso aumento di rendita fondiaria delle stesse”.
“A questo proposito – conclude la nota di Capitale Messina – crediamo di dover suggerire all’amministrazione comunale di implementare una forte azione politica nei riguardi della dirigenza di Rfi affinché si attui la dismissione dei binari con lo spostamento della stazione a sud o quantomeno un parziale interramento degli stessi, come avvenuto in tante altre città italiane, tra le quali Reggio Calabria. Atto dovuto questo, a nostro avviso, anche in considerazione degli enormi benefici che Rfi ricava dalla rivalutazione dei terreni, di proprietà della stessa società, nell’area interessata”.
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